Fobia scolastica: “Mamma, non voglio più andare a scuola!”

fobia-scolasticaTutti i bambini nel corso del loro sviluppo presentano paure e timori di varia natura; si possono considerare tali paure e timori come veri e propri disturbi quando il funzionamento scolastico e sociale del bambino ne viene fortemente compromesso. L’ambiente scolastico può essere fonte di arricchimento e stimolo per i ragazzi che iniziano a sperimentare nuove esperienze di vita, nuovi legami e ad allontanarsi per la prima volta dai genitori che hanno rappresentato, fino a quel momento, l’unico punto di riferimento del bambino; per alcuni, però, questo nuovo contesto può essere fonte di malessere, che può sfociare nella cosiddetta Fobia Scolastica.

Cos’è la Fobia Scolastica?

La Fobia Scolastica denominata anche “Rifiuto ansioso della scuola” (Last, Francis, Hersen, Kazdin, e Strass, 1987) esordisce di solito nell’infanzia intorno ai 5-6 anni (in alcuni casi anche intorno ai 10-11 anni) e in adolescenza tra i 12 e i 15 anni, colpisce soprattutto i soggetti maschi e in genere si tratta di figli unici, primogeniti o prediletti nell’80% dei casi. Pilliteri Senatore (1995) ha sostenuto come questa paura possa essere considerata una forma precoce di Fobia Sociale rinforzata da una visione rigida e punitiva della scuola.

La fobia scolastica è quindi una paura incontrollata, immotivata, sproporzionata alla situazione reale di cui il soggetto stesso non riesce a fornire una valida spiegazione e che non riesce a tenere sotto controllo, con costanti tentativi di evitamento della situazione.

I ragazzi che soffrono di questa fobia in genere sono bravi ragazzi, amano studiare, si comportano in modo educato e di solito provengono da famiglie che si prendono abbastanza cura di loro. Se marinano la scuola, non lo fanno certamente per mettere in atto dei comportamenti di microcriminalità o per disinteresse, quanto per fuggire da una situazione per loro estremamente ansiogena.

Quanti tipi di Fobia scolastica esistono?

Molti studi hanno cercato di evidenziare le cause della fobia scolastica arrivando ad identificare due tipi di Fobia Scolastica:

  1. Fobia scolastica associata all’ansia di separazione: l’entrata a scuola rappresenta il primo vero e proprio distacco dalla famiglia e questo può generare nel bambino la paura che a lui o ai genitori possa accadere qualcosa di brutto quando si allontanano da loro oppure, su un versante legato maggiormente alla “rivalità fraterna”, la possibilità di “lasciare campo libero” ai fratelli minori, che possono, quindi, godere maggiormente della presenza dei genitori. Quindi questo rifiuto ad andare a scuola rappresenterebbe un sintomo che, associato ad altri, sarebbe alla base di un Disturbo d’Ansia di Separazione, uno dei disturbi che rientrano nella categoria Disturbi dell’Infanzia, della Fanciullezza e dell’Adolescenza (DSM-IV) e che potrebbe essere determinato, maggiormente, dal distacco dalla madre. La fobia scolare si può ricondurre ad Ansia di Separazione quando il disagio si manifesta prima dei 18 anni ed almeno per quattro settimane.
  2. Fobia scolastica associata ad altra fobia: ovvero una fobia specificamente correlata alla scuola o più in generale ad una fobia sociale. Questi soggetti di solito rifiutano la scuola da più grandi attuando un comportamento di evitamento più pervasivo. Tale paura potrebbe essere dovuta ad esempio ai fallimenti scolastici o alle difficoltà a relazionarsi con i coetanei. In questi casi si evidenzia una paura che fa seguito ad esperienze relazionali negative vissute realmente o interpretate come tali, oppure immaginate.

Sperling (1967), invece, ha ulteriormente differenziando le fobie scolastiche in tre categorie:

  • Fobia indotta: determinata dal mancato distacco dalla famiglia d’orgine;
  • Fobia acuta: nasce da situazioni scolastiche;
  • Fobia cronica: è mista, caratterizzata dagli aspetti sia della fobia indotta che di quella acuta.

La fobia scolastica è più frequente ai giorni nostri ed è tipica della nostra società; questo potrebbe essere dovuto al desiderio dei genitori che i propri figli costruiscano le basi per la propria realizzazione professionale e, a loro volta, al desiderio dei bambini di voler soddisfare i propri genitori, diventando sempre più bravi e competitivi, in una cultura che sollecita apertamente questo confronto. Crescere in questo contesto comporta lo sviluppo di un “perfezionismo indotto” che non concede insuccessi, portando ad una costante svalutazione del Sé.
La fobia scolastica, nelle situazioni più gravi, può sfociare nella psicosi schizofrenica o in un disturbo borderline di tipo narcisistico: è il caso degli studenti che non riescono a reggere il confronto con gli altri chiedendo insegnanti a domicilio, annoverando come spiegazione il fatto di essere “speciali”. Il più delle volte, però, la fobia scolastica può essere la manifestazione di una forma depressiva: il bambino prova senso di vergogna e fallimento per la sua incapacità ad una vita normale. Si tratta di ragazzi che ricercano l’approvazione dei genitori, sono perfezionisti e con un forte senso del dovere.

Cosa fare dunque?

I bambini e i ragazzi vanno ascoltati, incoraggiati e supportati dalla famiglia, o anche, se necessario, da figure esterne, come insegnanti e psicologo, aiutandoli in questo modo ad affrontare, e non perdere, le giornate di scuola. Al contrario, accogliere e concedere con compiacenza la loro richiesta di assenza, specie se in modo ripetuto, non rappresenta, ovviamente, una soluzione del problema: semmai è il contrario!

 

Scritto dalla dott.ssa Elena Parise, psicologa

 

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