Aerofobia: vacanze complicate per 5 italiani su 10

aerofobiaSoffrite di aerofobia?

Da una parte c’è chi crede che l’aereo possa cadere ed è atterrito all’idea di salirvi. Dall’altra c’è chi sa che l’aereo ha scarse probabilità di cadere, ma ha comunque la certezza che la sua permanenza a bordo sarà corredata da un’aura di malessere insostenibile. Fanno parte di questa categoria, ad esempio soggetti claustrofobici, chi soffre di vertigini o ha una estrema paura delle altezze.

Credete riguardi solo poche persone? vi sbagliate.

Nella scelta delle vacanze degli italiani l’ansia la fa da padrona, soprattutto nella scelta del mezzo per raggiungere il luogo di villeggiatura.

Solo in Italia le statistiche denunciano che ne soffre, in modo più o meno grave, circa il 50% della popolazione. E sebbene per chi non ne soffre, appaia del tutto incomprensibile e irrazionale, è più dura da sconfiggere di quanto si possa pensare. Vincerla infatti è difficile, da soli quasi impossibile.

E nonostante il 2012 sia stato uno degli anni più sicuri per l’aviazione civile dal 1945 ad oggi, col minor numero assoluto di incidenti con vittime, l’aereo continua a spaventare più di treno e nave, anche se nemmeno rispetto a questi ultimi mezzi gli italiani hanno dichiarato di sentirsi tranquilli.

Al contrario, il mezzo autonomo (macchina, moto, camper) da’ maggiore sicurezza.

Tutto questo in barba alle statistiche, che ci ricordano implacabili, che il 2012 ha visto ben 184.500 incidenti stradali in cui ci sia stato almeno un ferito.

Dunque perchè gli aerofobici si fidano di più della propria auto che di un aeroplano che statisticamente ha meno probabilità di coinvolgerli in incidenti?

Semplice. Perchè le statistiche per gli aerofobici sono poco convincenti.

Luca Evangelisti, esperto in aerofobia, sostiene che “Interrogare l’oracolo delle statistiche non serve quasi a nulla a chi ha paura di volare. Coloro che hanno paura di volare le conoscono perfettamente, in alcuni casi l’approfondimento sulle cifre è quasi maniacale. Ma questo non spezza la catena della paura, anzi, in alcuni casi la rinforza. Questo perché la paura non è basata sul concetto di probabilità, ma su quello di possibilità.”

Il mezzo autonomo ci da’ l’illusione di essere al riparo da eventuali situazioni negative. Tutto e’ nelle nostre mani e così siamo più tranquilli, ma solo apparentemente, poichè nella realtà questi sono i mezzi a maggior rischio.

In realtà, tutto ciò è spiegabile nei termini del nostro bisogno di controllo: mentre sui mezzi propri siamo noi a “guidare” il mezzo, con tutti i pro e contro del caso, su aerei, treni e navi dobbiamo fidarci e affidarci alle capacità di un terzo, a noi sconosciuto. Il cedere il controllo a terzi, il non avere potere alcuno sul mezzo, per qualcuno può essere fortemente destabilizzante.

Dai pazienti aerofobici si sente spesso dire infatti: “Non ho la possibilità di pilotarlo, non ho la possibilità di scendere quando voglio io, non ho la possibilità di aprire i finestrini.” Lo stesso problema, presente anche nei moderni treni veloci e a bordo di alcuni aliscafi, è facile che crei in questi soggetti, sensazioni di costrizione.

Come si struttura il disturbo?

Quando un individuo ha paura di qualcosa, tenderà il più possibile ad evitarla. Nella Fobia di Volare, l’ansia anticipatoria, rispetto al volo, innesca proprio questo meccanismo e l’evitamento diviene ciò che mantiene il problema attraverso circoli viziosi: all’inizio infatti evitare di affrontare il volo è utile per ridurre l’ansia, ma col tempo non permette alla persona di convincersi che nn c’è nulla di cui avere paura e la persona finisce per essere ingabbiata nella sua fobia.

aerofobiaDunque, cosa fare?

Si puo’ fare qualcosa per vincere o almeno tenere sotto controllo la paura di volare. Proviamo a vedere insieme qualche semplice consiglio.

  1. INFORMARSI: migliore è la conoscenza del mezzo, del suo funzionamento e del lavoro del pilota, dei meccanici, degli addetti alla sicurezza e agli aeroporti e minore sarà l’ansia legata al “non sapere”. Spesso capita infatti di sperimentare paura per situazioni per noi insolito, ma del tutto normali durante il volo, come vuoti d’aria, sensazione di leggero “stordimento” durante il decollo, ecc. Approfondire l’aspetto tecnico del volo, ovvero ad esempio cosa permette ad un aereo di volare, quali sono i dispositivi di sicurezza, quali le procedure di sicurezza, come viene organizzata la manutenzione, quale addestramento viene imposto ai piloti, ecc potrebbe essere di aiuto nel superare la paura di volare.
  2. NON SI E’ GLI UNICI: ricordarsi che più del 50% della popolazione soffre di questo disturbo, può essere utile per non sentirsi soli, stupidi, incapaci, ecc , sentirsi “normali”, poter chiedere aiuto e dunque evitare di cadere in depressione.
  3. FREQUENTARE CORSI AD HOC: sono risultati utilissimi gli approcci integrati che prevedono, oltre alla psicoterapia classica implementata dallo psicoterapeuta, anche la collaborazione con gli esperti del volo come i piloti e i  tecnici  che svolgono l’importantissimo compito di spiegare, e dunque rendere comprensibili, gli aspetti tecnici del volo in una sorta di simulazione che indubbiamente costituisce una considerevole ed interessante fase della terapia, anche attraverso la sperimentazione pratica-comportamentale di ciò che accade durante il volo, in situazioni non pericolose e controllate. E’ questo il caso ad esempio del corso “Voglia di Volare” tenuto da Alitalia o dai seminari tenuti da Lufthansa.
  4. NO A FARMACI, ALCOL E ABBUFFATE: alcuni erroneamente credono che usare farmaci (es. ansiolitici) e alcolici durante il volo li aiuti più facilmente a rilassarsi e gestire l’ansia. In realtà assumere questo tipo di sostanze, così come mangiare esageratamente, può contribuire ad amplificare le sensazioni negative ad alta quota, generando un fastidioso senso di stordimento, ottenendo esattamente l’effetto contrario a quello sperato. Dunque, è molto più utile bere molta acqua e mangiare leggero, anche per minimizzare possibili effetti negativi del jet lag.
  5. IMPARARE TECNICHE DI RILASSAMENTO: utile, soprattutto nella fase di decollo e atterraggio, è imparare ad utilizzare una tecnica di rilassamento semplice, che possa aiutare a focalizzare la mente su pensieri positivi e diminuire lo stress del volo. Il rilassamento muscolare progressivo di jacobson, la respirazione lenza o il training autogeno potrebbero essere utili a questo scopo.
  6. ANSIA CHIAMA ANSIA: se io credo, mi convinco e rimugino sul fatto che sperimenterò ansia sull’aereo, che starò male e che vivrò in modo terribile questa esperienza, è molto probabile che monti in me una buona dose di ansia anticipatoria e una volta a bordo, mi concentri su di me, facendo il check dei sintomi che sto sperimentando, attribuendo ad essi un valore, modulato dal livello di paura e ansia che ho accumulato. In questo modo, anche il sentire semplicemente un leggero vuoto allo stomaco o la testa leggera durante il decollo, che rappresentano fenomeni normali, potrebbero essere interpretati erroneamente, scatenando una vera e propria reazione di panico. Quando ti accorgi di rimuginare sulla tua paura, cerca di distrarti e non farti coinvolgere nel circolo vizioso che aiuta l’ansia a montare.
  7. DISTRARSI E SOCIALIZZARE: un buon metodo, sebbene non risolutivo e poco utile nei casi più gravi per affrontare l’ansia del volo, nell’attesa di approfondire il problema con uno psicoterapeuta, è quello di distrarsi. Un buon libro, della musica, un cruciverba, un film. Anche socializzare, chiacchierando col vicino o viaggiando in compagnia, può essere utile a ridurre lo stress del volo. Non importa cosa si scelga. Il concentrare la propria mente su qualcosa che ci aiuti a distrarci, allontana il pensiero ansioso e aiuta a rilassarsi.
  8. NON CEDERE ALL’EVITAMENTO: trovare sempre delle scappatoie ed evitare di volare, rinforza in noi la aerofobia. Dunque, iniziando magari da voli brevi e nazionali e/o essendo accompagnati da qualcuno di cui ci fidiamo, iniziamo a sperimentare, così da affrontare gradualmente la paura e farle perdere sempre più potere.
  9. CHIEDI AIUTO AD UNO PSICOTERAPEUTA: Per risolvere definitivamente il problema, si può intervenire con tecniche di condizionamento accompagnate da una psicoterapia breve cognitivo comportamentale, per cercare di scoprire le vere ragioni che si celano dietro la paura e attuare una ristrutturazione cognitiva dei pensieri disfunzionali. Riconoscere la paura, inoltre, è sempre importante.

 

Per approfondire il tema:

 

 

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