Violenza fra i giovani: la prevenzione

violenza-bullismoQuasi giornalmente i telegiornali riferiscono notizie riguardanti violenza sessuale di gruppo e atti di bullismo nelle scuole, dove le persone disabili e omosessuali diventano vittime.

Le cause sono molteplici, di natura sociale, economica e psicologica: abuso di alcool e droghe, povertà, noia.

Talvolta gli atteggiamenti violenti si imparano all’interno del proprio ambiente familiare, perché  la modalità educativa privilegiata consiste nell’usare le “maniere forti”: in questo caso si può disimparare; talvolta si è stati testimoni o vittime di violenze perpetrate per anni.

Guardiamoci un po’ intorno: la nostra è una società frenetica, tutti sempre impegnati a far qualcosa, il lavoro ci porta via molto tempo, i nostri figli sono esposti a molteplici stimoli di varia natura. E’ indispensabile investire del tempo sui nostri ragazzi,insegnando le abilità socio-emotive che non possiedono al fine di fornire loro gli strumenti per relazionarsi in modo adeguato. Durante il loro percorso di crescita, gli adulti devono porsi come modelli positivi da assumere per imitazione, sin dalla più tenera età.

L’aggressività è un impulso innato, presente in ognuno di noi; è positiva quando, di fronte ad una minaccia, ci mette in salvo. E’ negativa quando è sproporzionata di fronte allo stimolo.

E’ possibile, però, incanalarla imparando l’autocontrollo e adeguando il comportamento alle limitazioni sociali imposte. In tutto ciò è implicito che, l’indifferenza o l’indulgenza nei confronti di azioni violente e sanzionabili, può portare al prevalere di una cultura della sopraffazione.

Ma come nel concreto possiamo aiutare i giovani?

Ecco, di seguito, alcuni suggerimenti, per genitori ed insegnanti, che possono indurre a riflettere.

  • Evitiamo che brucino le tappe, evitiamo che un bambino di 7 anni si comporti come un preadolescente di 11; evitiamo di sollecitare atteggiamenti adulti nei nostri figli, evitiamo che si trovino in situazioni più grandi di loro, di fronte alle quali la loro maturità psicologica non consentirebbe reazioni adeguate.
  • Preserviamo spesso uno spazio e un tempo definiti di dialogo, parliamo di ciò che accade a scuola e nella vita extrascolastica in generale, delle emozioni che hanno suscitato certi avvenimenti. Diamo legittimità a tutte le emozioni vissute, ricordando che tutte le emozioni sono valide e permesse, ma altrettanto non lo sono tutti i comportamenti. Tutto ciò, nonostante la stanchezza e mettendo da parte eventuali risentimenti ed incomprensioni.
  • Dimostriamo interesse per gli amici, per lo sport preferito, per un libro che stanno leggendo o un film che hanno visto e per il comportamento tenuto nel quotidiano.
  • violenza-dialogoCreiamo attorno ai nostri figli una rete di amici e di figure adulte che possano fungere da sostegno e ‘protezione’.
  • Facciamoli riflettere su come l’altro possa sentirsi dopo essere stato trattato in un certo modo, o su come ci si possa sentire se fosse capitata la stessa cosa a noi.
  • Facciamoli riflettere sulle conseguenze delle azioni compiute.
  • Insegniamo ai nostri ragazzi che la sessualità non è solamente il sesso, ma che essa è legata alla più ampia dimensione comunicativa, affettiva e relazionale dell’individuo.
  • Insegniamo che l’amore e la sessualità si possono esprimere fra  persone del sesso opposto e fra persone dello stesso sesso tenendo presente che l’omosessualità non è una patologia, ma, come dice l’Organizzazione mondiale della sanità, è una “variante naturale del comportamento umano”.
  • Aiutiamoli a perseguire un ideale, accompagniamoli nella realizzazione delle loro passioni, purché sane.
  • Stipuliamo dei limiti, delle regole condivise e reciprocamente rispettate: i bambini ed i ragazzi hanno bisogno di confini. Il lassismo ed il permissivismo alla lunga li fanno sentire non amati e allo sbando, più potenti degli adulti ed incapaci di tollerare la frustrazione.
  • Concediamo loro uno spazio d’azione in relazione alle capacità psicologiche proprie dell’età che attraversano: l’anticipo delle risposte prima ancora che le domande siano state formulate, rende i bambini deboli, privandoli della possibilità di sviluppare le proprie risorse interne.
  • Non abbandoniamoli ore dinnanzi ai pc, ma stabiliamo durata e frequenza con le quali usare i nuovi media.
  • Intratteniamo un rapporto positivo di collaborazione e di fiducia con gli insegnanti, non screditando, soprattutto dinnanzi ai figli, il loro lavoro educativo e didattico.

La scuola, poi, è in prima linea nel consolidamento delle competenze sociali: è importante che bambini e ragazzi risolvano le conflittualità in autonomia, nutrendo fiducia nelle loro capacità di risolvere le controversie da soli. La risoluzione pacifica dei conflitti richiede la capacità di ascoltare, accogliere ed accettare punti di vista ed esigenze diversi dai propri, attuando modalità reciproche di concessione e individuando soluzioni che siano soddisfacenti per tutte le parti coinvolte.

Per approfondire il tema

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