Internet può diventare una droga? Crescere un figlio nell’era digitale

dipendenzadainternet-segnaliDopo il riconoscimento, risalente alla scorsa primavera, della Dipendenza da internet come possibile disturbo mentale, grazie anche alla sua inclusione nella sezione 3 del DSM-V  (la quinta edizione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), molti genitori si mostrano preoccupati per quello che individuano come un uso eccessivo del computer da parte dei loro figli e si domandano se ciò rappresenti davvero un problema e se sia il caso di intervenire.

Kimberly Young, una delle prime autrici ad essersi interessata di questo fenomeno, sostiene che mentre i normali utenti non riportano interferenze nella vita quotidiana e vivono internet come una risorsa, i soggetti dipendenti ne subiscono problemi da moderati a gravi.

Tali problemi sono di varia natura e si manifestano in diversi ambiti della vita personale:

  • ambito relazionale e familiare,
  • ambito lavorativo e scolastico,
  • ambito della salute.

Quando l’uso di internet diventa sospetto

Per capire se sia realmente il caso di intervenire tempestivamente, è utile prestare attenzione ad alcuni segnali, da considerare tuttavia con molta cautela: il fatto che vostro figlio presenti uno o due dei sintomi descritti non fa di lui una persona dipendente da internet!

  • Quando è in rete il ragazzo è totalmente assorbito, fa commenti ad alta voce come se gli altri non ci fossero.
  • Sembra incapace di staccarsi da internet: se nessuno interviene resta collegato per tempi lunghissimi anche se si accorge che è tardi e dovrebbe fare altre cose. Se è costretto a smettere si innervosisce e mostra forti reazioni di sofferenza e insofferenza.
  • Quando non può collegarsi manifesta apatia, irritabilità, stanchezza,malessere psicologico in generale.
  • Approfitta di ogni occasione e ogni scusa per collegarsi anche per brevi periodi, anche di nascosto.
  • Nega di passare troppo tempo su internet.
  • Manifesta una caduta negli altri interessi che aveva prima e non ne sviluppa di nuovi.
  • Internet diventa un interesse a sé e non uno strumento al servizio di altri interessi.
  • Manifesta un ritiro nelle relazioni sociali: preferisce internet alla compagnia di amici e familiari.
  • Trascura gli altri doveri (scolastici, igiene personale, etc.).
  • Alterazioni nel comportamento alimentare: mancanza di appetito, tende a saltare i pasti, mangia fuori pasto, tende a mangiare in fretta per correre al computer.
  • Possono esserci disturbi fisici tipici di chi passa molto tempo al computer: disturbi del sonno, occhi arrossati, mal di testa, mal di schiena.

Ricordate che il Disturbo da dipendenza da internet è quasi sempre egosintonico, ovvero la persona non avverte i sintomi come disturbanti. Dal suo punto di vista il problema sono gli altri che, impedendogli di fare ciò che vorrebbe, ledono i suoi diritti e lo fanno stare male.

Alcuni consigli per i genitori

  • Non fate diagnosi, questo spingerebbe vostro dipendenzadainternet-ritirosocialefiglio all’autodifesa e alla negazione, compromettendo il dialogo. Le diagnosi non richiesta fanno infuriare chiunque, non usate quindi la parola “sintomi”, ma parlate invece di “comportamenti” o “abitudini”.
  • Potete parlargli del disturbo da dipendenza da internet come una vostra preoccupazione remota per il futuro, magari consultando insieme siti dove se ne parla.
  • Spiegategli che volete che usi internet in un certo modo, per lo stesso motivo per cui volete che non mangi troppe schifezze o che faccia dello sport. Non quindi perché lo ritenete malato, ma perché volete che continui a crescere sano.
  • Spiegategli in maniera precisa quali sono i comportamenti che disapprovate e che deve modificare. Evitate quindi richieste generiche del tipo “vogliamo che ti controlli di più” e preferite richieste del tipo “vogliamo che tu ti scelga un altro interesse da coltivare a computer spento”.
  • Fategli osservare delle regole. Se tende a trasgredirle di nascosto mostrate pazienza, aumentate però il vostro controllo rendendo più difficili i sotterfugi.
  • Lasciategli la  possibilità di accedere a internet: la negazione completa non è consigliabile. Ciò verrebbe vissuto come punitivo e persecutorio. Siate però molto rigorosi nel far osservare le regole stabilite.
  • Mostrate di capirlo e di trovare normale che internet gli piaccia tanto. Mostratevi disposti a un dialogo aperto.
  • Creategli alternative a internet e incoraggiatelo a usarle: attività sociali, occasioni di stare insieme ad altri coetanei, occasioni di stare con voi.

Per concludere

In alcuni casi la dipendenza da internet può essere un sintomo che maschera altri disturbi (disturbo ossessivo-compulsivo, depressione, ansia sociale o altri disordini relazionali): se questo comportamento persiste consultate un professionista, in questo caso lo psicologo e lo psicoterapeuta.

La possibilità che si tratti di un vero e proprio disturbo diminuisce se, pur in presenza dei comportamenti sopra descritti, il tempo che passa in rete è finalizzato a interessi che non hanno a che vedere con internet e ai quali dedica tempo ed energie anche quando non è in rete.

Il sintomo più importante non è l’intensità del rapporto con internet, ma la qualità del rapporto con il mondo circostante, soprattutto negli aspetti delle relazioni interpersonali.

Per un approfondimento

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