Slot machine: quando il gioco d’azzardo diventa patologico

slotmachineIo vendo scommesse sul futuro,
 qualcuna vince molto,
di tutte le altre invece non mi curo,
 e non ci sono meriti,
 non c’è una gerarchia
ma solo il cieco meccanismo di una…
lotteria!
 (….) Se non faccio il botto
mi butto sul Bingo, 
rimango convinto
che se anche non vinco
è soltanto questione di tempo(
…..) se vinci prendi tutto, se perdi in fondo è solo qualche spiccio
(…) prendi una moneta, amico (…) sei stato sfortunato, amico
tenta ancora! (…)Una moneta
almeno una. Una moneta contro la sfortuna
una moneta
per cortesia, una moneta e dopo vado via!


–  “Monetine” di Daniele Silvestri –

Questa canzone riassume in poche strofe il fenomeno delle slot machines, macchinette inventate nel 1895 e inizialmente associate ai casinò. Oggi, invece, sono giochi legali e si possono trovare molto facilmente in qualsiasi bar o sala giochi, in quanto, per lo Stato, sono diventate artefici di un giro di affari stimato intorno ai 35 – 36 miliardi di fatturato l’anno (ndr. dati raccolti dalla Questura di Torino).

Queste macchinette, insieme al poker on line, le scommesse sportive, il lotto e alcuni altri, sono gli strumenti attraverso i quali negli ultimi anni in Italia si manifesta la piaga del gioco d’azzardo patologico.

Il gioco d’azzardo può essere un comportamento occasionale o un vizio, ed è sempre esistito, infatti, la parola “azzardo” deriva da “az-zah” che in arabo significa dadi, ossia gioco dei dadi, praticato già nel 3000 a.c.

Ma cosa trasforma un vizio o un comportamento occasionale in una malattia, ossia in un’attività che procura un disagio tale da impedire la normale esistenza di un individuo?

Per il giocatore patologico tipo, tutto inizia, casualmente, con una piccola giocata in un bar, con gli spiccioli del resto di un caffè. È un piccolo svago, poi, però può capitare una vincita fortunatissima, e quindi, la magica illusione di vincere ancora.

In realtà quella vincita è solo l’inizio della fine della fortuna perché da quel momento il soggetto, per raggiungere la stessa euforia e possibilità di fare altri soldi in modo così facile, inizia a giocare e inevitabilmente a perdere. Un giocatore compulsivo può arrivare a perdere anche un intero stipendio in un solo giorno, i soldi destinati delle bollette, la casa, il lavoro, la famiglia e le persone care perché tutto il tempo, le risorse e i pensieri del soggetto sono rivolti al gioco, e al modo di trovare i soldi per giocare.

Che cosa scatta nella mente di una persona che per giocare arriva a mettere in posta tutto?

Uno dei meccanismi responsabili è il fenomeno del “chasing”, o la rincorsa alle perdite.

Una testimonianza riporta:

Ciò che prima era un gioco e un divertimento ora non lo è più. È solo la ricerca del denaro perso. Il tentativo irrazionale di tornare lì dove i soldi sono stati lasciati e puntare sempre più per cercare di recuperare ciò che è stato perso. Ma, inevitabilmente, si continua a perdere.

Il gioco si trasforma in una sorta di droga, di dipendenza. Si deve puntare sempre di più per divertirsi, all’inizio, e in seguito, invece, per recuperare le perdite. Purtroppo, più si gioca e più si perde, è inevitabile. Come dice una celebra frase: il banco vince sempre. Tuttavia il giocatore non può fare a meno di tornare a giocare e inserendo sempre più monete con la speranza, vana, d’incontrare il giro buono, quello fortunato, quello che riporta almeno in pari. Si crea un circolo vizioso, di dipendenza, un meccanismo patologico per cui, il giocatore non può fare a meno di continuare a giocare e quindi di rovinarsi.

Il gioco d’azzardo patologico, è descritto come una modalità di gioco ricorrente, persistente e maladattiva, esso rispecchia almeno cinque dei seguenti criteri:

  • il soggetto ha un eccessivo assorbimento nel gioco;
  • ha bisogno di giocare d’azzardo con quantità crescenti di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata;
  • ha ripetutamente tentato senza successo di controllare, ridurre o interrompere il gioco d’azzardo; gioca per sfuggire ai problemi o alleviare un umore disforico;
  • dopo aver perso al gioco, spesso torna a giocare per giocare ancora o per recuperare le proprie perdite;
  • mente ai membri della famiglia, al terapeuta, o ad altri, per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo;
  • ha commesso azioni illegali come falsificazioni, frode, furto o appropriazione indebita per finanziare il gioco d’azzardo;
  • ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera per il gioco d’azzardo;
  • fa affidamento ad altri per reperire il denaro per alleviare il una situazione finanziaria disperata causata dal gioco d’azzardo

(Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, DSM-IV-TR della American Psychiatric Association, 2002).

Slot Machine: come far fronte a questa dipendenza?

Il gioco d’azzardo patologico è un disturbo cronico e, come tutte le dipendenze, richiede un intervento strutturato. Da questa malattia si può guarire controllando la compulsione al gioco, proprio come per la dipendenza dalle sostanze stupefacenti. La prima fondamentale azione è l’astensione totale dal gioco, e poi, il raggiungimento di un equilibrio per cui sia possibile evitare le ricadute. La terapia psicologica può essere svolta in modo individuale o di gruppo, in ambulatorio o in strutture residenziali specifiche. È importante per chi decide di chiedere aiuto, rivolgersi al proprio medico curante o direttamente ai centri di salute mentale della zona.

Inoltre, sono attive, purtroppo non in tutte le città, le associazioni di “giocatori anonimi”, ossia, gruppi di auto aiuto, considerati molto efficaci per ritrovare il coraggio e la fiducia in sé necessaria a controllare questa grave malattia.

Una diagnosi di disturbo da gioco d’azzardo patologico può essere fatta esclusivamente da uno psicologo esperto o da un medico specialista, ma qui potete trovare un semplice test, elaborato dal South Oaks Gambling Screen, utile a valutare il rischio di essere affetti da questa patologia.

 

Per approfondire il tema:

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