L’elaborazione del lutto

luttoCos’è il lutto?

La parola lutto deriva dal latino “lugere“ che significa piangere.

Per lutto s’intende la perdita fisica di una persona significativa con il carico emotivo che implica ed il periodo di tempo che la segue.

I distacchi fisici sono sempre distacchi emotivi, quando abbiamo stabilito delle relazioni importanti.

Ci sono anche distacchi, separazioni e addii che sono paragonati ad un lutto, talmente sono stati di vitale importanza per noi, talmente soddisfacevano il nostro bisogno di sicurezza.

Il lutto non è, però, collegato solamente alla morte; anche quando una persona importante si allontana definitivamente da noi, la situazione psicologica che ci troviamo ad affrontare non è diversa da quella che affrontiamo quando una persona cara muore.

Ne deriva che affrontiamo un lutto anche quando viviamo una situazione di separazione coniugale, o in generale quando un progetto di vita condiviso con un partner termina, o quando un impegno importante non prosegue nel tempo.

Può succedere che gli altri si separino da noi o che noi ci separiamo dagli altri,perché si verifica un cambiamento del luogo dove per anni abbiamo vissuto,  perché una certa situazione di vita è giunta naturalmente al suo termine, o perché un evento tanto auspicato non si è verificato, o ancora perché subentra un fallimento professionale, o perché si perde il lavoro.

La nostra vita è scandita da momenti di separazione, dalla nascita in poi. Il distacco è una realtà che sempre ci accompagna, nessuno è immune da questa esperienza e forse mai si è preparati a vivere tale momento. Tuttavia gli addii, i distacchi e le separazioni contengono in loro stessi una componente negativa ma anche positiva, la frattura ed il legame, la fine e l’inizio: bisogna prendere atto del cambiamento ed integrarlo come parte della nostra esistenza per poter rinascere ad una nuova vita.

Il lutto è accompagnato da un dolore, il dolore da separazione: esso costituisce una ferita e come tale necessita del naturale processo di cicatrizzazione. Diventa necessario concedersi del tempo per favorire il processo di guarigione, perché è essenziale accettare che quella persona o quella determinata cosa verso la quale avevamo investito energie, non esiste più.

curva-del-luttoIn che cosa consiste la risoluzione del lutto?

La risoluzione del lutto è un vero e proprio lavoro emotivo, costa fatica ed energie. Essa consiste nel ricordare continuamente la persona perduta, fino a quando la sua mancanza non verrà vissuta più come dolorosa ed intollerabile; il suo modo di pensare, di essere e di fare, le sue frasi e persino certi gesti verranno assimilati nel nostro mondo interiore.

Allo stesso modo, anche nel caso di una separazione, dopo una prima fase di ripiegamento su di sé, necessaria da attraversare, si  strutturerà un nuovo progetto di vita, all’interno del quale l’esperienza vissuta si sarà sedimentata in noi: di essa avremmo imparato a cogliere tutti quegli aspetti che ci possono arricchire.

Perché si realizzi una risoluzione del lutto positiva, occorre riuscire ad assimilare l’esperienza dolorosa nella nostra storia di vita, altrimenti le emozioni non elaborate e soffocate, allontanate dalla nostra coscienza, prima o poi, reclameranno il loro diritto ad essere riconosciute ed il passato diventerebbe l’unica lente attraverso la quale guardare al presente e al futuro.

Dobbiamo divenire capaci di trasformare l’affetto e l’amore per la persona in presenza, in affetto e amore per la personain assenza.

Vi èun lutto normale che si protrae fisiologicamente in un arco di tempo limitato ed un lutto patologico o complicato, quando la sperimentazione di sentimenti di tipo depressivo è molto intensa e si prolunga nel tempo.

La psicologia del senso comune spingerebbe a dire:  “non pensarci”, “vedrai che passerà”, “ svagati ” e così via, ma l’elaborazione del lutto segue un suo protocollo, scandito da fasi che non necessariamente sono consequenziali. Significa che i sentimenti ad esse associati possono ripresentarsi  “ad ondate ”. Inoltre, ha una sua temporalità che va dai 6 ai 24 mesi.

Uno psichiatra e psicanalista britannico, John Bowlby ha evidenziato 4 fasi del lutto:

lutto-come-fare

1) FASE DEL TORPORE : dove prevale lo shock, l’incredulità e la disperazione. Subentra il meccanismo difensivo della negazione, della protesta, della non accettazione. Si rifiuta quanto accaduto, la rabbia si alterna al dolore. Questi sentimenti possono perdurare più giorni e mantenersi per tutta la durata della risoluzione del dolore.

2) FASE DELLO STRUGGIMENTO : può esser presente un intenso desiderio di ricerca della persona deceduta; in alcuni momenti è come se questa fosse considerata ancora in vita. Questa fase può durare alcuni mesi.

3) FASE DELLA DISPERAZIONE : nella terza fase l’oggettività della perdita comincia ad essere accettata, e l’individuo sofferente manifesta apatia. Spesso si verificano disturbi del sonno, diminuizione di peso; sembra che la vita sia priva di senso e la persona amata scomparsa, anima costantemente i ricordi del luttuante.

4) FASE DELLA RIORGANIZZAZIONE:  avviene una ridefinizione della propria vita, si diventa di nuovo capaci di pensare in termini di progettualità. Il ricordo della persona viene interiorizzato e ci si prepara a condurre una nuova vita, consapevoli che è impossibile ritornare alla situazione precedente. La persona deceduta rimarrà per sempre dentro il mondo interno del luttuante che approda, così, ad un riadattamento in assenza dell’oggetto perduto.

L’elaborazione del lutto, è dunque, un processo normale; essa ha un suo esito positivo quando riconosciamo e diamo voce al dolore che ci ha raggiunti, quando lo condividiamo e permettiamo che qualcuno lo accolga e, dunque, quando troviamo attorno a noi sostegno, ascolto ed empatia;  in più, il tempo, sarà alleato, consentendo una ridefinizione del proprio ruolo ed il conseguimento di un nuovo equilibrio.

”La morte non esiste figlia. La gente muore solo quando viene dimenticata… Se saprai ricordarmi, sarò sempre con te” (Isabelle Allende, scrittrice)

 

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