Femminicidio: nuova ombra della nostra società

femminicidioNon è più una novità ormai, il fatto di vedere sui nostri televisori, ogni giorno, durante la trasmissione dei telegiornali, notizie di cronaca e di un tipo di cronaca in particolare, che purtroppo è sempre più diffuso: si tratta del cosiddetto “femminicidio”, ovvero gli omicidi di donne da parte di loro compagni, mariti o fidanzati.

Un fenomeno che aumenta, come ha scritto Barbara Spinelli in un suo articolo:

…….nel 2010 su 151 omicidi di donne 127 erano femmicidi. In italia il 70% delle vittime di femminicidio era già nota per avere contattato le forze dell’ordine, ovvero per aver denunciato, o per aver esposto la propria situazione ai servizi sociali. Un dato che ci accomuna agli altri Paesi europei: le ricerche criminologiche dimostrano che su 10 femmicidi, sette sono in media preceduti da altre forme di violenza nelle relazioni di intimità.

Cioè l’uccisione della donna non è che l’atto ultimo di un continuum di violenza di carattere economico, psicologico o fisico.

 

VIOLENZA DONNE

Ci si interroga sulla natura di questo fenomeno, sulle cause, sulle possibili spiegazioni di un gesto così brutale e purtroppo diffuso.

Sono varie le ipotesi e prospettive di spiegazioni, come hanno scritto la Dott.ssa Sassaroli e la Dott.ssa Saltini Semerari, Psicologhe e Psicoterapeute in un loro articolo: una prospettiva più di tipo Sociale e politico, che attribuisce all’uomo la fatica ad accettare il mutamento di identità sociale ed emancipazione della donna nella nostra società e che di conseguenza “minaccia” in un certo senso la virilità dell’uomo stesso.

Ma vi è un altro ordine di spiegazione, di tipo psicologico, molto importante per comprendere meglio il fenomeno. Vi sarebbe infatti, secondo le Dott.sse Sassaroli e Saltini Semerari, un sentimento di “helplessness”, ovvero di fragilità, alla quale l’uomo cerca di farvi fronte con la violenza. Questo vissuto nasce spesso da violenze subite e da maltrattamenti da parte delle figure familiari di riferimento, da ambienti di vita quindi violenti. Questi sono poi fattori di rischio per lo sviluppo di Disturbo Borderline di Personalità, che incidono molto su fenomeni di violenza di questo tipo.

Anche la Dott.ssa Manuela Gianantoni, psicologa e psicoterapeuta, che ha tenuto un seminario sulla Psicologia del Femminicidio, lo scorso aprile, a Roma, ha spiegato come

Gli uomini affetti dapersonalità borderline possono uccidere in momenti di raptus improvvisi ma prevedibili, quando sono sottoposti ad un forte stress, in particolar modo relativo alla paura, reale o presunta, di essere abbandonati.

E’ importante quindi, a fronte di questo fenomeno, una forte attività di sostegno psicologico per le donne e un attività di prevenzione per aiutarle a leggere i primi segnali di una violenza, non solo ma anche un aiuto per avere il coraggio di denunciare ed uscire da queste relazioni, questa infatti è una grande difficoltà che spesso fanno fatica a gestire e che le porta a non riuscire ad affrontare il problema.

Come spiega sempre la Dott.ssa Gianantoni, è però importantissima anche un’attività di prevenzione che andrebbe svolta già in età scolare, all’asilo o in ambiente scolastico, per trasmettere e spiegare il rispetto tra uomini e donne e la gestione delle emozioni nei vari contesti di vita; attività che deve sempre però essere accompagnata da un’importante attività educativa da parte della famiglia e gli adulti significativi.

 

save the woman

Save the woman

Nel 2012 in Italia sono state uccise 124 donne e ogni giorno nel mondo 7 donne su 10 subiscono violenze fisiche e psicologiche.

Ma non si tratta di un problema solo italiano. Nel mondo c’è una vera e propria “epidemia di violenza sulle donne”: una donna su tre ha subito, a livello mondiale, abusi almeno una volta nella vita e il 30 per cento di questi atti viene inflitto da un partner intimo. E il 30 per cento dei maltrattamenti ha inizio in gravidanza. Una donna su 4 è tuttora oggetto di violenza in questa fase della vita. Emerge dai dati dell’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da) e dell’Organizzazione mondiale della sanità.

La Prof.ssa Roberta Bruzzone, Presidente e fondatrice di SOS Vittima Onlus, con la collaborazione di psicologi, avvocati e ingegneri ha messo a punto un’app, scaricabile gratuitamente su Appstore, per dare un aiuto concreto alle donne a rischio di violenza e femminicidio.

Save The Woman è infatti un’ applicazione per individuare un profilo di rischio violenza sulle donne attraverso le risposte ad un questionario. Ogni domanda ha cinque possibili risposte, a seconda di quanto si condivida l’oggetto della domanda: basta toccare la risposta che meglio esprime se stessi. Tutti i dati raccolti restano anonimi. Al termine, l’applicazione fornisce un’indicazione sul profilo di rischio e, in caso di pericolo reale, fornisce le informazioni sui centri di assistenza a cui rivolgersi immediatamente.

E’ il primo test al mondo per Smartphone che misura il livello di esposizione al rischio violenza di una donna e costituisce un utile compendio per aumentare la consapevolezza e richiedere facilmente un aiuto competente.

 

Bibliografia:

– “La psicologia del femminicidio” di Sandra Sassaroli, Giulia Saltini Semerari www.stateofmind.it

-“ Femminicidio. L’importanza della prevenzione”, di Manuela Gianantoni;

-“Femminicidio. Quando la psicologia aiuta.” di Manuela Gianantoni;

-“Femminicidio. Perchè l’uomo uccide la donna”, di Manuela Gianantoni.

 

Per approfondire il tema:

 

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