“Le faremo sapere”…il colloquio di selezione in 10 domande

Colloquio-di-lavoroEvviva!

Dopo innumerevoli curricula, e-mail, lettere di presentazione inviati e questionari compilati, finalmente squilla il telefono…e non è il solito call center: la voce chiede di incontrarvi in relazione a una recente candidatura per una posizione di lavoro!

Benissimo, ma ora?

ALCUNE DRITTE PER ARRIVARE PREPARATI AL COLLOQUIO

Per prima cosa, raccogliamo il maggior numero possibile di informazioni sull’organizzazione: qual è la mission, quali sono i valori, quali progetti sono in corso, quali sono le strategie per il futuro, eccetera. Più cose sappiamo circa il potenziale datore di lavoro, più saremo in grado di anticipare le sue esigenze e dare una chiave di lettura alle domande del selezionatore. Inoltre, spesso in fase di selezione la motivazione di un candidato a ottenere proprio quel posto di lavoro si evince dalla conoscenza che ne ha e dello sforzo che ha fatto per acquisire maggiori informazioni a riguardo.

Oltre all’organizzazione, approfondiamo per quanto possibile la posizione ricercata. Stampiamo una copia dell’annuncio e analizziamo la descrizione del ruolo, le mansioni da svolgere e i requisiti richiesti. Chiediamoci, in relazione a quanto scritto nell’annuncio, quali sono i nostri punti di forza, ovvero quali nostre caratteristiche ci rendono il candidato ideale per ricoprire quella posizione.

Adesso, riprendiamo il nostro CV. Rileggiamolo attentamente e valutiamolo alla luce delle informazioni presenti nell’annuncio: quali passaggi del nostro Curriculum rispecchiano le caratteristiche ricercate dall’organizzazione in cui andremo a sostenere il colloquio? Ricordiamoci di evidenziarli quando dovremo raccontare il nostro percorso.

DIECI DOMANDE FREQUENTI (DA NON SOTTOVALUTARE…)

  • Mi racconti di Lei…

Sebbene sembri un inizio soft, non è così semplice raccontare in pochi minuti chi siamo a un estraneo, soprattutto se vogliamo farlo in modo conciso, ma esaustivo. È quindi consigliabile avere in mente una scaletta chiara, lineare e sintetica del nostro percorso. Esercitiamoci a esporre: le scelte scolastiche, le esperienze di lavoro, i momenti di cambiamento, le difficoltà incontrate, le scelte di vita. Teniamo a mente l’annuncio, in modo da poter evidenziare nel discorso le congruenze tra il nostro profilo e quello ricercato. Raccontiamoci con coerenza logica e serenità, senza dilungarci in inutili dettagli non richiesti.

  • Quali sono i suoi punti di forza?

Nel descrivere le nostre abilità, non dimentichiamo di portare esempi concreti di ciò che affermiamo. Facciamo gioco di squadra? Evitiamo banalità quali “lavoro molto bene in gruppo” e raccontiamo piuttosto che all’università preferivamo studiare con gli amici, in quanto l’efficace suddivisione del lavoro e il confronto di idee e metodi ci permetteva di apprendere di più e con uno sforzo minore rispetto a quando optavamo per uno studio solitario.

  • Quali sono i suoi punti di debolezza?

Inutile nascondersi: non siamo perfetti. Piuttosto è importante identificare un feedback che abbiamo ricevuto in passato, raccontare brevemente l’episodio e spiegare cosa stiamo facendo per migliorare tale aspetto. In tal modo ci dimostreremo auto consapevoli e proattivi.

  • Perché vuole cambiare lavoro?

Molti possono essere i motivi per cui ci stiamo guardando attorno; termine del contratto, riorganizzazioni, crescita professionale e mobilità geografica sono solo alcuni dei fattori che influenzano la scelta di cercare un nuovo lavoro. È importante quindi essere onesti, dando comunque risposte appropriate al contesto di un colloquio di selezione. A tale proposito, una buona regola è sempre quella di sottolineare anche gli aspetti positivi dell’occupazione attuale, siano essi legati al ruolo, alla cultura aziendale o al team di lavoro.

  • Perché dovrei scegliere proprio Lei?

Non è il momento di essere timidi né modesti. Dobbiamo sponsorizzare la nostra candidatura e convincere l’interlocutore che non deve farsi sfuggire l’occasione di assumerci! Facciamo quindi riferimento ai requisiti richiesti nell’annuncio per formulare una risposta che dimostri in modo chiaro e convincente che siamo noi la persona che stanno cercando.

  • Come si vede fra cinque anni?

Dimostriamo che abbiamo riflettuto circa la nostra crescita professionale, spieghiamo quali sono le nostre aspirazioni e ambizioni tenendo in considerazione il perimetro della posizione vacante ed eventuali spazi di crescita presenti in azienda (se ci è stata data questa informazione). Mai rispondere che non sappiamo cosa vorremmo fare, meglio affermare che ci piacerebbe sperimentare diverse attività (se la posizione lo consente) per poi individuare una direzione di crescita. Nella risposta a questa domanda è importante sottolineare come la nostra idea di sviluppo professionale e i nostri obiettivi a lungo termine siano in linea con la posizione per la quale veniamo esaminati.

  • In ambito lavorativo, cosa la motiva maggiormente?

A tutti sarà capitato di essere talmente assorti in un’attività da non rendersi conto del passare del tempo. Identificare i fattori che contribuiscono a creare questa situazione ci permette di capire meglio cosa ci motiva di un compito e di conseguenza cosa ci dà soddisfazione e ci stimola sul lavoro. Teniamo presente che le motivazioni intrinseche, quali ad esempio l’ambizione di raggiungere un obiettivo, contribuire al successo di un gruppo o sviluppare le proprie competenze, sono valutate in modo maggiormente favorevole dai selezionatori rispetto a quelle estrinseche, come lo stipendio. Certamente gli aspetti retributivi sono un fattore importante di motivazione lavorativa, ma il primo colloquio non è sicuramente la sede migliore per discuterne.

  • Perché vuole lavorare proprio qui?

Dovremmo avere già posto questa domanda a noi stessi prima di inviare il CV, o almeno dopo aver ricevuto la telefonata in risposta alla nostra candidatura. Sulla base delle informazioni in nostro possesso, vogliamo davvero lavorare per quel datore di lavoro? Passiamo più di un terzo del nostro tempo lavorando, è quindi fondamentale scegliere un ambiente che ci stimoli, in cui ci sentiamo a nostro agio e che contribuisca al nostro benessere complessivo. Se la risposta a questa domanda dovesse poi essere affermativa, al colloquio dimostriamolo! Raccontiamo quanto abbiamo appreso sull’organizzazione e spieghiamo cosa ci è piaciuto in modo particolare. Facciamo riferimento alla mission e alla cultura, sottolineando i valori in cui ci ritroviamo particolarmente e spiegando come potremmo contribuire in modo positivo allo sviluppo dell’organizzazione.

  • Mi racconti un suo fallimento…

Ancora una volta, ricordiamoci che chiunque commette degli errori. Se compresi e affrontati in modo costruttivo, i fallimenti sono le migliori occasioni che abbiamo per apprendere e crescere. Non facciamoci quindi intimorire da questa domanda e raccontiamo serenamente un episodio di insuccesso dimostrando che non abbiamo paura di ammettere quando abbiamo torto, che sappiamo assumerci la responsabilità delle nostre sconfitte e che agiamo attivamente per porvi rimedio. L’esperienza è maestra di vita: imparare dagli errori passati spesso previene dal commetterli nuovamente in futuro.

  • Come occupa il suo tempo libero?

È una domanda semplice che tuttavia permette di conoscere qualche aspetto della persona quando non è al lavoro. Raccontiamo quindi cosa ci piace fare, facendo emergere qualche elemento della nostra personalità che potrebbe esserci utile anche in contesti lavorativi. Chi coltiva i propri interessi, qualsiasi essi siano, è infatti una persona intellettualmente vivace, attiva e curiosa; tutti elementi che possono rivelarsi un valore aggiunto anche in ambito professionale.

colloquio-di-lavoro2HA DOMANDE PER ME?

Generalmente nella parte finale del colloquio viene data la possibilità al candidato di formulare domande, richiedere ulteriori informazioni o risolvere eventuali dubbi e perplessità. Questa è certamente un’occasione molto importante per acquisire ulteriori indicazioni circa il lavoro e per dimostrare curiosità, capacità di approfondimento e interesse per l’opportunità che si sta aprendo, chiedendo maggiori informazioni ad esempio sul background dell’azienda, sulle responsabilità connesse alla posizione e sulla struttura del processo di selezione. Si può anche chiedere all’interlocutore come descriverebbe la cultura organizzativa, per ottenere qualche dettaglio su come viene vissuta l’azienda dall’interno. È fondamentale tenere presente che ogni colloquio è un processo a due vie: è vero che il selezionatore sta valutando la nostra idoneità per un certo ruolo, ma al contempo noi valutiamo lui, le informazioni che ci dà sulla posizione e sull’ambiente di lavoro, il suo modo di porsi, lo stile di comunicazione che adotta e la tecnica con cui conduce l’interazione. Tutti elementi che contribuiranno a formare la nostra opinione sull’organizzazione e sui quali baseremo nuovamente la nostra risposta alla domanda: “voglio davvero lavorare qui?”. 

 

Per approfondire il tema:

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