Re-homing: adozioni, il commercio e scambio diventa realtà

adozioniChe cosa succede se il bimbo adottato, una volta arrivato in famiglia, è difficile da gestire?

Secondo un’inchiesta investigativa di Reuters, in America i minori adottati possono essere abbandonati in Paesi lontani, affidandoli a estranei conosciuti su Internet, attraverso Facebook o altre piattaforme online.

Questa pratica che riguarda l’esito di molte adozioni prende il nome di “re-homing”, ovvero ricollocamento in una nuova famiglia, un termine di solito usato da chi cerca nuovi padroni per i propri animali domestici.

In altre parole, i genitori adottivi, che si pentono di aver accolto in famiglia un bambino difficile, pubblicano un annuncio e trovano così una nuova coppia che lo prenderà con sé. Molti si rivolgono anche a un notaio per trasferire la custodia, cosa che ovviamente non equivale a una nuova adozione legale.

Da una parte quindi una famiglia che vuole sbarazzarsi del bambino, dall’altra dei nuovi genitori cui è offerta una soluzione più immediata ed economica rispetto all’iter adottivo formale, e in mezzo, come una sorta di pacco postale, un problema da smaltire, il minore che per la seconda volta è abbandonato, consegnato senza nessuno scrupolo a persone estranee.

La storia di Quita

Tra questi minori, la storia di Quita, una ventunenne liberiana, adottata dalla famiglia Puchalla quando era adolescente, e poi “ceduta” dopo due anni ai coniugi Eason, contattati attraverso un annuncio online, una coppia alla quale era stata tolta la custodia dei due figli biologici e che in passato era stata accusata di abusi sessuali da altri bambini, a cui aveva fatto da babysitter.

Superfluo dire che questo “commercio e scambio di adozioni” non è legale, ma negli Stati Uniti la legge non è molto severa: le conseguenze per chi viola sono, infatti, lievi o assenti, basti sapere che all’epoca Quita è tornata a casa dai “genitori”, che meno di tre settimane prima l’avevano abbandonata.

Quanti bambini sono interessati dal fenomeno del re-homing?

La Reuters ha segnalato otto gruppi su Internet dedicati allo scambio di minori e un’analisi realizzata da un gruppo Yahoo! ha dimostrato che circa 261 bambini sono stati scambiati negli ultimi cinque anni, tutti tra i 6 e 14 anni, la maggioranza dei quali erano stranieri.

Forte è l’indignazione nel sapere che bambini, che già hanno avuto alle spalle un abbandono e magari situazioni familiari problematiche, siano trattati come “merce di scambio”, come degli animali, dimenticandosi di ogni dignità umana: un vero e proprio orrore!

 

Per approfondire il tema:

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