Videogiochi: fanno bene o male?

videogiochiI timori che i videogiochi possano influenzare il comportamento e lo sviluppo dei bambini sono numerosi e controversi. Alcune ricerche sostengono, infatti, una riduzione della socializzazione, danni all’adattamento psicosociale, aggressività e atteggiamenti intolleranti indotti dalla violenza in essa raffigurata.

Allo stesso tempo, alcuni studi suggeriscono alcuni benefici legati alla capacità di pensiero, alla coordinazione oculo-manuale, forse anche maggiore attenzione e creatività.

Che cosa dovrebbero fare quindi i genitori, e la società in generale, rispetto all’uso dei videogiochi?

Cautamente positivi

Un nuovo studio, condotto su quasi 5.000 giovani presso l’università di Oxford, ha esaminato sia gli effetti positivi e negativi dei videogiochi insieme per la prima volta (Przybylski, 2014).

I risultati, pubblicati sulla rivista  Pediatrics, sono cautamente positivi rispetto ai videogiochi, ma ancora sostengono il vecchio detto, ovvero tutto con moderazione. Nei bambini di età compresa tra i 10 e 15 anni di età, i benefici riscontrati si ottenevano di solito con un uso inferiore ad un’ora al giorno.

Questi bambini hanno più probabilità di:

  • essere più socievoli,
  • essere più soddisfatti della loro vita,
  • avere bassi livelli di iperattività.

In queste aree, risultati inferiori si sono registrati nei ragazzi che non hanno giocato a nessun videogiochi e quelli che hanno trascorso almeno la metà del loro tempo libero tutti i giorni sui videogiochi (oltre 3 ore).

Per i giocatori moderati, ovvero coloro che ne facevano un uso compreso tra una e tre ore al giorno, non ci sono stati effetti positivi o negativi sul loro adattamento psicosociale.

Sourche: www.spring.org.uk

La mia opinione

L’ascesa dei videogiochi ha creato non poche preoccupazioni per quanto riguarda la loro potenziale influenza sui giovani. Le ricerche individuano una serie di isolati effetti positivi e negativi rispetto all’adattamento psicosociale di bambini e adolescenti.

Esistono a tal proposito delle posizioni contrapposte, ovvero c’è chi sostiene a pieno l’utilizzo di questi strumenti, ovviamente nei limiti, riscontrandone benefici nello sviluppo delle capacità percettive e senso-motorie, e chi invece si oppone in maniera molto netta al loro impiego, appellandosi ai rischi legati all’eccessivo o scorretto utilizzo (estraniamento dalla realtà, mancanza di empatia, sedentarietà con rischio di sovrappeso, eccessivo senso di potere e controllo) .

Questo studio suggerisce un uso moderato dei videogiochi, elemento di buon senso che tutti gli adulti dovrebbero tenere a mente. E’, infatti, necessario che i genitori, soprattutto se i bambini sono molto piccoli, supervisionino il tempo trascorso giocando, cercando di non far diventare l’uso dei videogiochi una pratica quotidiana e stabile, e come indicato dallo studio, tale attività non deve mai essere superiore ad un’ora circa.

Inoltre  i genitori devono sempre interessarsi ai contenuti dei videogiochi acquistati, evitando sfide violente o eccessivamente competitive. Uno strumento che può essere d’aiuto in questo senso è la raccomandazione PEGI (Pan-European Game Information o Informazione Paneuropea sui Giochi), praticata in 25 paesi d’Europa, che informa sull’età a partire dalla quale un videogioco può essere utilizzato e indica anche qualcosa a proposito del contenuto.

Per un approfondimento:

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