La ricerca in psicologia rileva che i livelli di felicità delle persone sono notevolmente stabili a lungo termine nel tempo. Sia che capitino infatti eventi positivi o negativi, dopo circa tre-sei mesi, il livello di felicità ritornerebbe quello solito. Anche se questi risultati possono sembrare strani, in realtà sollevano un problema e una riflessione per chi vorrebbe aumentare il proprio grado di felicità.
Una possibile risposta a questo, arriva da una recente ricerca in psicologia della gratitudine. Ebbene si, essere grati potrebbe essere la chiave per aumentare la nostra felicità. E c’è una buona evidenza sperimentale a sostegno di questa teoria.
Benefici contro problemi
Nel suo ultimo testo intitolato ” Grazie” , il dottor Robert A. Emmons descrive una ricerca sperimentale svolta con tre gruppi di persone, per 10 settimane (Emmons e McCullough, 2003):
- Al primo gruppo è stato chiesto di elencare, per ciascuna delle 10 settimane dello studio, cinque cose successe nella loro ultima settimana, per le quali erano grate. Questa è stata definita condizione di gratitudine.
- Al secondo gruppo è stato chiesto di elencare cinque problemi quotidiani inerenti la settimana precedente. Questa è stata definita condizione dei problemi.
- Il terzo gruppo ha elencato semplicemente cinque eventi che si erano verificati durante l’ultima settimana, senza definirli come positivi o negativi. Questa è stata definita condizione di controllo degli eventi.
Le cose principali che la gente ha elencato nella condizione di gratitudine sono state:
- Un bel tramonto tra le nuvole;
- La possibilità di essere vivi;
- La generosità degli amici.
Nella condizione dei problemi invece sono emersi questi elementi:
- Tasse;
- Difficoltà a trovare parcheggio;
- L’aver bruciato i maccheroni al formaggio.
Prima dell’inizio dell’esperimento, i partecipanti avevano tenuto dei diari per la descrizione quotidiana dei propri stati d’animo, della salute fisica e dei propri atteggiamenti. Questi sono stati poi utilizzati per fornire un confronto per l’intervento sperimentale.
Felicità in aumento del 25%
E’ emerso dallo studio che le persone che erano nella condizione di gratitudine si sono sentite il 25% decisamente più felici, più ottimiste per il futuro, percepivano meglio la loro vita e hanno anche fatto quasi 1 ora e mezza di esercitazione in più rispetto alle persone delle condizioni di problemi o controllo degli eventi.
Ma tutto questo solo per il piacere di aver visto un tramonto attraverso le nuvole?
Il dottor Emmons stesso è rimasto sorpreso per i risultati dello studio, in parte perché ci sono alcuni motivi per i quali praticare gratitudine potrebbe non essere cosi “positivo”. Ad esempio, concentrarsi sulla gratitudine ci ricorda ciò che dobbiamo agli altri e ciò potrebbe a sua volta renderci consapevoli di una nostra dipendenza dagli altri e ridurre così il nostro senso di controllo personale. Pensare in un’ottica di gratitudine può anche farci concentrare su ciò che dobbiamo agli altri e, gli studi hanno dimostrato che le persone non amano sentirsi in debito con gli altri.
Si tratta proprio di effetto del confronto, oppure è veramente gratitudine?
Nonostante questi motivi, sembrerebbe che davvero la gratitudine possa aumentare il senso di felicità. Ma questo dipende semplicemente dal nostro confronto rispetto alle altre persone?
In un secondo studio, molto simile al primo descritto sopra, Emmons e McCullough, hanno cambiato una delle condizioni sperimentali. Invece di chiedere alla gente di scrivere tutti gli eventi della settimana, è stato chiesto di elencare in che cosa o in che modo si sentivano meglio degli altri. In questo caso le persone avrebbero fatto dei confronti positivi, ma non necessariamente dettati dal senso di gratitudine.
Anche in questo caso però, i risultati hanno mostrato che, le persone nella condizione di gratitudine del primo studio, erano comunque significativamente più felici di quelli che in questo secondo studio hanno fatto paragoni positivi tra se stessi e gli altri. Non sorprende che coloro che si concentravano sulla gratitudine erano anche più felici di quelli focalizzati sui problemi quotidiani.
La gratitudine può aiutare le persone con problemi di salute cronici
Una critica mossa ai primi due studi riguarda il fatto che sono stati effettuati su campioni di studenti universitari.
E’ una buona cosa poter aumentare la felicità di giovani studenti universitari sani, ma per quanto riguarda le persone con gravi problemi di salute cronici?
In un terzo studio Emmons e McCullough hanno reclutato campioni di adulti con malattie neuromuscolari. Anche se non erano in pericolo di vita, la condizione di queste persone poteva essere seriamente debilitante, provocando dolore articolare, muscolare e atrofia muscolare. Le persone con questa condizione di salute hanno un buon motivo per essere insoddisfatti della propria vita.
In questo studio, un gruppo in condizione di gratitudine è stato confrontato con un gruppo in condizione di controllo, in cui ai partecipanti è stato chiesto di scrivere in merito alla loro esperienza quotidiana. Dopo uno studio di 21 giorni, è stato riscontrato che i partecipanti nella condizione di gratitudine erano più soddisfatti della loro vita in generale, più ottimisti e soprattutto dormivano meglio. Questo è importante in quanto il buon sonno è indicatore di benessere generale, le persone che dormono bene sono infatti generalmente più sane e più felici di quelle con difficoltà nel sonno.
Praticare la gratitudine
Nonostante sia stato riscontrato che la gratitudine abbia benefici nel breve termine, ci si chiede ancora se abbia o no effetti nel lungo termine. Quali sono i principali ostacoli per vivere una vita con gratitudine e riconoscenza? Può la gratitudine davvero aumentare la felicità per tutta la vita? Infine, esattamente come si può incrementare il senso di gratitudine?
Ecco i 10 consigli del Dott. Emmons:
- Tenere un diario di gratitudine: sedersi tutti i giorni, e scrivere le cose per cui si è grati. Iniziare con qualsiasi cosa venga in mente, cercare di non scrivere la stessa cosa ogni giorno, ma esplorare la nostra gratitudine;
- Ricordare il “negativo”: il modo in cui le cose sono ora, può sembrare migliore alla luce dei brutti ricordi. Non dimenticare le cose brutte che sono successe, il confronto con queste può incoraggiare la gratitudine;
- Porsi tre domande: pensare a qualcuno che conosciamo e prendere in considerazione ciò che abbiamo ricevuto da loro, quello che abbiamo dato a loro e in terzo luogo quali guai o dispiaceri abbiamo causato loro. Questo può portare a scoprire che a volte dobbiamo gli altri più di quanto si pensava;
- Pregare: sia che siamo buddisti, cristiani, ebrei, musulmani o atei, una forma ritualizzata di ringraziamento può contribuire ad aumentare la gratitudine;
- Utilizzare i nostri sensi : l’80% delle persone afferma di essere grati per la propria salute. Si può così stare in contatto con i nostri sensi e usare la nostra vista, tatto, gusto e olfatto per sperimentare il mondo ed esserne così grati;
- Utilizzare promemoria visivi: due ostacoli alla gratitudine sono spesso il “dimenticare” e il “non riuscire ad essere consapevoli”. Quindi provare a lasciare in giro una qualche nota, promemoria, oggetto che ci ricordi di essere grati;
- Giurare di essere più grati: promettere di essere più grati su qualunque cosa a cui teniamo, anche se può sembrare strano, funziona;
- Pensare ad un pensiero di riconoscenza: sono chiamati ‘pensieri automatici‘ o self-talk in terapia cognitiva, sono le cose abituali che diciamo a noi stessi tutto il giorno. Per esempio dire “la mia vita è un dono”, per tutto il giorno.
- Recitare la gratitudine ci fa diventare grati: ringraziando semplicemente, si diventa più grati;
- Essere grati per i nostri nemici: occorre un grande sforzo creativo per essere grati alle persone che più ci disprezzano. Ma i grandi slanci creativi sono proprio il tipo di cose che possono innescare un cambiamento in noi stessi. Facciamo un tentativo.
Fonte: http://www.spring.org.uk/
La mia opinione
La gratitudine può essere a volte un concetto lontano da noi o qualcosa a cui non pensiamo mai perchè si tende a dare spesso tutto per scontato, oppure perchè tendiamo a concentrarci davvero sulle cose più negative ed è sempre più difficile fermarsi un attimo nella nostra quotidianità o alla mattina quando ci svegliamo e pensare alle cose positive che abbiamo e delle quali dovremmo essere grati.
Eppure questi studi sperimentali sulla gratitudine fanno davvero riflettere sul come può bastare veramente poco e dire o fare cose semplicissime per coltivare gratitudine e sentirsi così più felici e sereni.
Oltre ad esempio ai consigli del Dott. Emmons, oggi anche la pratica della Mindfulness favorisce ed molto la pratica e il sentimento di gratitudine, soprattutto perchè ci aiuta a renderci consapevoli del momento presente e ci focalizza su ciò che siamo e ciò che abbiamo nel qui ed ora.
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