Quante volte vi è capitato di alzarvi di malavoglia, di sentirvi già stanchi appena messi giù i piedi dal letto o di guardare l’orologio in attesa della pausa pranzo?
Sempre più studi si stanno interessando del rapporto che esiste tra il nostro stile alimentare (dieta) e il funzionamento del nostro sistema nervoso centrale. Questa consapevolezza, in effetti, apparteneva già ai popoli del passato (forse molto più che a noi) e un antico adagio latino recita mens sana in corpore sano, ma nell’epoca delle ricerche e della cultura scientifica non mancano interessanti studi che indagano come le nostre abitudini alimentari possano influire e modificare il funzionamento del nostro cervello e della nostra mente, si tratta poi di farne tesoro e tradurre queste conoscenze in pratica però!
Questa, infatti, è tutt’altra storia, dato che siamo continuamente bombardati da messaggi di marketing che ci ricordano ossessivamente che non c’è bisogno di preoccuparsi di pensare a cosa cucinare per noi e per i nostri cari, tanto possiamo sempre optare per un junk food (cibo spazzatura) comodo, veloce, appetitoso.
È così che si sono modificate notevolmente le sane abitudini appartenenti alla dieta mediterranea e ci siamo fatti travolgere dai frenetici, e spesso insani, meccanismi della cultura occidentale moderna, dettati dalla fretta, dall’aspetto estetico, dal gusto, dal prezzo. Quest’ultimo in tempo di crisi potrebbe sembrare un parametro importante e lecito, e lo è nei limiti, ma se tenessimo conto che “siamo quello che mangiamo” capiremmo che l’alimentazione è la nostra prima alleata in termini di salute fisica e mentale e quindi una sana alimentazione ricca di nutrienti alla lunga ci farà risparmiare terapie e acquistare benessere.
La salute, anche cerebrale, dipende infatti da un adeguato apporto di macro e micronutrienti che permettono all’organismo di funzionare al meglio e far fronte alle sfide quotidiane.
Quanto attenzione dedicate alla vostra alimentazione?
Cercate di ricordare cosa avete fatto nei giorni precedenti, cosa avete mangiato, bevuto e quanto tempo avete dedicato all’attività fisica!
Travolti dalla fretta di ogni giorno spesso non ricordiamo nemmeno di aver mangiato (perché lo facciamo davanti alla TV o al pc) e così rischiamo di mangiare troppo e male, senza chiederci cosa c’è dentro quello che mangiamo e da dove viene il nostro cibo mentre, invece, come confermano gli studi faremmo bene a invertire la tendenza. L’alimentazione, infatti, ha un impatto sulla condizione mentale di una persona sia a breve che a lungo termine. Le evidenze mostrano, ad esempio, che la colazione può influenzare i processi mentali coinvolti nella creazione e nel recupero dei ricordi e nella capacità di gestire informazioni complesse e impegnative fino ad alterare le nostre prestazioni di studio o di lavoro.
La dieta esercita, inoltre, effetti a lungo termine sul cervello influendo sui meccanismi che regolano il metabolismo cellulare, i collegamenti tra le cellule cerebrali e di conseguenza le facoltà mentali.
Se sappiamo da sempre che mangiar bene fa star bene è di più recente scoperta che la dieta possa determinare la sua influenza sulla costruzione dei tessuti della membrana neuronale.
Integrando nei nostri pasti gli ormai famosi acidi grassi insaturi (olio di oliva, omega-3 e omega-6), che sono detti essenziali in quanto l’organismo non è in grado di sintetizzarli, offriamo al nostro cervello il supporto giusto per il mantenimento della integrità neuronale e della funzione sinaptica. Nella nostra alimentazione non dovrebbero mancare nemmeno le vitamine B9, importante nella protezione del cervello da anomalie durante lo sviluppo e da problemi di memoria durante l’invecchiamento, vitamina E per i suoi effetti antiossidanti e di protezione dai radicali liberi e B12 per il suo supporto nel contrastare l’insorgenza delle demenze e anche nel miglioramento delle funzioni cognitive nell’anziano.
Anche se nello sviluppo delle demenze, quali il morbo di Alzheimer, figura il coinvolgimento di altri fattori ambientali, fisici e genetici, un’alimentazione sana, ricca di antiossidanti, e uno stile di vita fisicamente e mentalmente stimolante, lontano dallo stress eccessivo, sono cruciali per prevenire il rischio di insorgenza della malattia.
Senza dimenticare la forte influenza che l’alimentazione ha sull’umore: i nutrienti hanno, infatti, una buona capacità di influire sull’energia, la prontezza, la soddisfazione, la felicità fino alla mediazione di stati ansiosi e depressivi attraverso l’azione che essi hanno sui neurotrasmettitori.
La dieta mediterranea, ricca di frutta, verdure, pane, pasta, cereali, pesce azzurro, carni bianche e un buon bicchiere di vino rosso rimane ancora oggi una delle alimentazioni più raccomandate, come dimostrato anche dallo studio “Seven Countries Study” dell’Università del Minnesota, che ha confrontato le abitudini alimentari di sette paesi di tre continenti interessando 12.000 persone.
E tu cosa metterai nel piatto oggi?
Per approfondire il tema:
Vuoi lasciare un commento?