Cosa è la rabbia
Come tutte le altre emozioni, la rabbia fa parte della nostra vita; la sperimentiamo in prima persona, ma la osserviamo anche in chi ci sta vicino, in famiglia o al lavoro. E’ un’emozione adattiva, naturale, finalizzata alla sopravvivenza nel momento in cui percepiamo una minaccia; quindi essa è sana ed utile. Permette anche la nostra autoaffermazione, quando è espressa in modo adeguato. Tuttavia spesso ci sentiamo sopraffatti da questo sentimento; a volte ci si lascia andare ad uno sfogo senza limiti che altro significato non ha che scaricare la tensione accumulata, ma anche quello di deteriorare i rapporti; altre volte la tendenza è quella di reprimerla…
Perché nasce
La rabbia è un segnale di allarme: ci sta dicendo che c’è qualcosa che non va, che i nostri bisogni e desideri non vengono riconosciuti come vorremmo; nasce, quindi, di fronte ad una frustrazione: possiamo constatarlo facilmente nei nostri bambini. Quando un loro desiderio non viene soddisfatto, ecco che vanno in escandescenze!
Ci sono casi in cui può essere innescata dalla paura: per difendermi e somigliare al mio aggressore mi arrabbio e reagisco come lui, in una escalation senza fine! In altri casi la rabbia nasce dal modo in cui leggo il comportamento dell’altro; si tratta di meccanismi personali automatici ed inconsapevoli, non obiettivi, ma legati al nostro personale modo di pensare ed ai filtri che utilizziamo per interpretare e dare un significato alla realtà.
La rabbia necessita di un tempo fisiologico determinato (20-30 minuti) per poter placarsi una volta attivata, in quanto essa è accompagnata dalla produzione di ormoni surrenalici (adrenalina e cortisolo, tipici dello stress) che devono poi essere smaltiti. Quindi, dal punto di vista organico, è vero quando si dice: “mi occorre del tempo per sbollire la rabbia!”
Come gestirla
Ognuno di noi deve acquisire la fondamentale capacità di riconoscere e controllare le forti emozioni.
Quando ci rendiamo conto che spesso siamo in preda alla rabbia e la esprimiamo in modo eccessivo, è importante:
– capire bene quando insorge e perché;
– chiarirsi le idee, valutandone costi e benefici: cosa ho ottenuto arrabbiandomi in quel modo? Quella determinata relazione è migliorata o è peggiorata? Ho a disposizione dei metodi alternativi per migliorare la situazione? E’ utile? E’ una reazione ragionevole?
– Non negarla, ma convalidare la sua esistenza attraverso la parola, magari scusandoci anticipatamente;
– placarla parlandone con qualcuno o scrivere su un foglio tutto quello che ci tormenta;
– chiarire subito il problema, cercando di capire perché l’altro ha reagito in quel modo;
– pensare sempre che arrabbiarci contribuirà a rendere brutta la nostra giornata e che dopo occorrerà un certo lasso di tempo per recuperare la nostra serenità;
– quando vediamo che la situazione diventa incontrollabile, è opportuno allontanarsi fisicamente; questo periodo di distacco, fisico e psicologico ci sarà di enorme beneficio per ritrovare il giusto senso delle proporzioni.
Ricordiamoci sempre che reprimere la rabbia fa male, agirla in modo spropositato anche.
Entrambe queste soluzioni non sono funzionali al nostro benessere psicofisico: innumerevoli sono le ripercussioni sul nostro organismo. La rabbia non è negativa, come tutte le emozioni prendiamo atto che c’è ed esprimiamola al meglio.
E voi, ricordate una situazione dove avete perso particolarmente le staffe? Parliamone insieme!
Per approfondimenti:
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[…] fare è dare tempo e spazio. Una persona arrabbiata non riesce a pensare e ragionare logicamente. Il tempo può far sbollire la rabbia del tuo ex verso di te, facendola diminuire lentamente. Devi solo aspettare il momento giusto per […]