See on Scoop.it – Psicologia in pillole
La mia opinione: da come è descritto, youngle sembra ricalcare l’idea di peer-education che ben avevamo descritto molto tempo prima con il nostro Programma I-KIWI, ritrovabile su spazio-psicologia.com tra i progetti formativi.
Alla base vi è un’idea vincente: da chi impara più facilmente qualcosa un adolescente? a chi chiede più facilmente aiuto?
La risposta è semplice, ai coetanei. E’ sulla base di questo principio che ha senso formare un gruppo di pari che possa agire da base per attivare la peer-education, all’interno della quale, ognuno può essere di supporto a qualcun altro, una volta formato e informato.
L’uso dei social network? assolutamente vincente. Se si vuole che i ragazzi si aprano e parlino, bisogna uscire dagli studi e dagli ospedali e persino dalle classi scolastiche, andare oltre le nostre scrivanie e parlargli attraverso gli stessi mezzi che loro conoscono. In questo senso, usare i social network dove trascorrono gran parte del loro tempo, non può essere altro che vincente.
Complimenti al Ministero e speriamo che l’iniziativa decolli!
Tratto dall’articolo: “Un servizio gratuito di ascolto, aiuto e counseling on-line effettuato tramite i più comuni social network. (Con Youngle sostegno in Rete per adolescenti gestito da ragazzi: Welcome to the Youngle!”
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