Prevenzione a scuola: le funzioni dello psicologo

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Lo psicologo nella scuola

Lo psicologo nella scuola, è una figura sempre più diffusa e richiesta dagli istituti formativi per la realizzazione di interventi di prevenzione del disagio giovanile e promozione della salute. Questi si suddividono in interventi all’interno del gruppo classe, del gruppo insegnanti o con gruppi di genitori, e con servizi di ascolto e consultazione individuale (C.I.C) con l’alunno, genitori e insegnanti.

Il servizio di ascolto psicologico all’interno di una scuola primaria

E’ un servizio che risponde a tre tipologie di utenza: l’alunno, le famiglie e gli insegnanti. L’obiettivo resta la promozione della salute e la prevenzione delle situazioni di difficoltà legate al passaggio evolutivo degli alunni dalla età infantile a quella adolescenziale, ma gli attori chiamati a favorire questo processo sono soprattutto le figure educative di riferimento del bambino.

Il servizio offerto dalla scuola, solitamente è gratuito e permette un libero accesso alle famiglie degli studenti della scuola ed è solitamente svolto all’interno di spazi o stanze all’interno dell’edificio, che possono assicurare il giusto setting di accoglienza e riservatezza.

La consulenza essendo specificatamente basata su un ascolto attivo o counseling, è svolta esclusivamente da psicologi.

 Quali sono gli obiettivi di un centro di ascolto a scuola?

  • Fornire supporto psicologico e consulenza a genitori, insegnanti e bambini rispetto a tematiche inerenti le fasi evolutive e le relazioni fra le tre categorie di destinatari
  • Fornire supporto al lavoro educativo degli insegnanti e dei genitori
  • Fornire sostegno allo sviluppo di competenze dei bambini
  • Permettere una diagnosi precoce dei disturbi relativi all’apprendimento
  • Migliorare il clima ed il benessere all’interno delle scuole per tutte le componenti interessate
  • Fare da ponte rispetto ai servizi pubblici su problemi specifici che necessitano una presa in carico

Le consulenze possono essere individuali, di coppia (coppia genitoriale), di gruppo (gruppo insegnanti di una classe specifica, per esempio).

I tabù più comuni

Un tabù ancora molto ricorrente, purtroppo, e per il quale spesso molte famiglie o comunità rifiutano di utilizzare questo servizio, è quello che vede la persona che esige di una consulenza psicologica, come una persona malata omatta’.

Invece non è così: gli psicologi, in servizi che rivestono le caratteristiche dello sportello di ascolto, non sono a contatto con persone “malate“, ma con bambini, ragazzi, uomini e donne che, in un dato momento della loro vita o in una particolare situazione, possono usufruire di un punto di vista esperto riguardo a loro particolari necessità.

Che cosa si intende per sportello di consulenza scolastica?

E’ un primo incontro tra gli psicologi e le persone che si rivolgono al servizio, che ha lo scopo di individuare il problema presentato e fornire una prima accoglienza esperta dello stesso (cioè l’ascolto).

Con l’ascolto o il counseling si propone di individuare ed affrontaredifficoltà che vanno dal disagio psicologico legato al processo di crescita e tutte le situazioni di vita a cui vanno incontro (relazioni con genitori ed insegnanti, amicizie, regole sociali, vicinanza di persone di sesso diverso, significato della scuola e dello studio ed altri aspetti della loro crescita che desiderino raccontare i ragazzi stessi).

Lo scopo

Lo scopo dell’intervento nella fase di ascolto non è quello di offrire soluzioni preconfezionate ma di fornire un modello per riuscire a riflettere ed affrontare le proprie problematiche. Questa modalità di approccio è trasversale e prescinde dal tipo di problematica portata.

Per chiarire meglio, descriviamo qui di seguito il processo di consulenza così come si struttura nell’ascolto scolastico:

  • La prima fase: contatto. In questa fase, bisogna cercare di comprendere la portata della situazione, capendo se può essere gestita tramite consulenza oppure se bisogna cominciare a pensare anche ad ulteriori sviluppi.
  • La seconda fase: contratto, e si tende a stabilire il percorso d’azione e le modalità di intervento (in genere un percorso articolato in una serie di incontri diversificati). Non sempre il contratto può coincidere con la stesura di un programma definitivo di intervento.
  • La terza fase: individuazionedel problema. Il cuore della questione non è quasi mai chiaro: individuarlo con precisione consente di semplificare moltissimo il successivo lavoro di consulenza. Si tratta di attivare dei processi di comprensione del problema andando al di là delle apparenze. Si può così incanalare la consulenza verso una forte presa di consapevolezza da parte dei clienti. La quarta fase è orientata non tanto all’offrire risposte quanto al dare al soggetto o al gruppo una nuova capacità di lettura del problema, in modo da supportare l’utente in un’analisi che lo aiuti a sintonizzarsi meglio con se stesso e con la situazione che sta vivendo e ad individuare il percorso di risposta al problema a intraprendere.
  • La quinta fase, laddove possibile, è quella dell’invio ai servizi pubblici, laddove per dati utenti si individui la necessità di una presa in carico continua che, viste le caratteristiche dell’ascolto scolastico sopra descritte, non può essere garantita dal progetto.

Quali possono essere i fattori di rischio nell’ambiente scolastico che possono far emergere un eventuale malessere in un alunno?

  • mancanza di legami scolastici
  • cattivo clima scolastico
  • mancanza di gratificazione e di riconoscimento
  • difficoltà di apprendimento (concentrazione, ascolto, attenzione)
  • comportamento iper/ipoattivo
  • difficoltà di relazione con i coetanei ed con gli insegnanti
  • bullismo
  • ansia da prestazione scolastica

Concludendo, possiamo dire che l’esperienza scolastica riveste un ruolo significativo perché consente di acquisire le competenze necessarie alla realizzazione dei compiti evolutivi e al raggiungimento della condizione adulta. È un ambito fondamentale di sperimentazione e valorizzazione del Sé e la qualità della relazione che l’alunno intrattiene con l’esperienza scolastica è indicativa della capacità di soddisfare le esigenze personali di successo e di riconoscimento sociale. Per tale motivo figure e competenze psicologiche possono offrire sostegno all’istituzione scolastica e a tutti i suoi componenti, nell’importante compito di facilitare nei giovani l’apprendimento e lo sviluppo di competenze per la vita.

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