La gravidanza rappresenta uno degli eventi più importanti, profondi, delicati e complessi nella vita di una donna e nella vita della coppia e della famiglia.
Questo importantissimo periodo si può descrivere bene con una parola in particolare: cambiamento.
Infatti la donna va incontro ad un’importante evoluzione fisiologica dovuta in gran parte alle modificazioni ormonali e ad una graduale modificazione del proprio corpo per la crescita e sviluppo del feto; tutto questo provoca vari sintomi, alcuni molto comuni tra le donne, altri che vengono percepiti molto soggettivamente durante tutta la gravidanza.
Ma è proprio a queste modificazioni di natura fisiologica che sono legati molti cambiamenti emotivi e psicologici; alcuni sono favoriti dalle modificazioni ormonali, altri sono dovuti ad un progressivo adattamento mentale della donna a questa nuova fase ed a questa nuova importante realtà ed il modo in cui questi sono vissuti è molto soggettivo e dovuto a vari fattori personali e contestuali.
Come avviene l’adattamento psicologico alla gravidanza?
Dai diversi studi in ambito psicologico emerge come la gravidanza sia definita come un periodo critico nel quale avviene per prima cosa una nuova costruzione di identità, un passaggio cruciale nella vita della donna, che passa da un ruolo di figlia e moglie ad un ruolo di madre e questo implica un’importante svolta e riadattamento a nuovi compiti e responsabilità.
Proprio per la complessità di questo passaggio evolutivo, la donna può sperimentare reazioni emotive e psicologiche contrastanti, sia positive che negative, come ansia e sentimenti depressivi, due tipi di reazioni che possono coesistere e creare anche sensi di colpa, poichè nell’immaginario collettivo, la gravidanza è un lieto evento e dovrebbe far sentire la persona solo felice e piena di sentimenti positivi.
In realtà invece, come spiegano Scopesi e Viterbori, è del tutto normale che si possano provare questi sentimenti di ambivalenza, sia perchè i cambiamenti ormonali hanno una grande influenza sull’umore, sia perchè vi possono essere fattori di stress o situazioni di vita personali che possono favorire una maggiore vulnerabilità psicologica.
Da molti studi emerge comunque, come a fare la differenza nel gestire questa fase, siano le strategie di coping, ovvero le modalità e sforzi compiuti dalla persona per far fronte ad una situazione di stress; in gravidanza quindi tali strategie, oltre a caratteristiche e risorse personali provocano un diverso adattamento e reazioni molto diverse da donna a donna, per questo un evento così unico viene vissuto in modo molto differente.
Uno studio di Rutter, Quine e Chesnam (1993), ha fornito un modello esplicativo proprio sull’adattamento psicologico alla gravidanza, descrivendo alcuni fattori definiti “mediatori psicosociali” (disponibilità di informazioni, supporto sociale, elaborazioni cognitive ed emotive) che, in stretta correlazione con variabili sociodemografiche (classe sociale, età, stato civile), influirebbero sull’esito della gravidanza.
Quindi per esempio scarse risorse sociali, mancanza di supporti, scarse informazioni provocherebbero problemiemotivi e maggiore stress e ansia; scarsi livelli di scolarità e mancanza di informazioni sarebbero connessi a problemi cognitivi con conseguenti difficoltà nella valutazione degli eventi e credenze errate.
Al contrario un buon livello e presenza di questi fattori favorirebbero un migliore adattamento psicologico alla gravidanza, con sentimenti e vissuti positivi, sia emotivi che cognitivi.
Quali cambiamenti dopo il parto?
Al termine della gravidanza, il periodo più delicato dopo il parto è il puerperio, ovvero il periodo delle successive settimane dopo il parto, di circa quaranta giorni.
La neo-mamma in questa fase va incontro ad una serie di cambiamenti sia fisici che psicologici.
Non solo avviene una graduale ripresa fisica dal parto e una sensazione molto comune di stanchezza, ma il ristabilimento degli ormoni può creare ancora una volta cambiamenti nell’umore e di conseguenza negli stati emotivi, che possono oscillare tra sentimenti positivi e negativi. Inoltre si instaurano le prime relazioni con il bambino.
Dal punto di vista emotivo, una fenomeno molto frequente è quello della Baby Blues, uno stato emotivo che avviene nel 70 – 80% delle neo-mamme, caratterizzato da stati emotivi quali ansia, irritabilità, cambiamenti di umore, stress, stanchezza, sensibilità, sensazioni di inadeguatezza verso il bambino e sentimenti contrastanti verso il neonato,momenti di pianto; non costituisce un vero e proprio disturbo in quanto si può manifestare qualche giorno dopo il parto e può durare al massimo dieci o quindici giorni dopo la nascita. La causa della Baby Blues è da imputare fondamentalmente al riequilibrio ormonale, ma è un fenomeno del tutto transitorio.
Un altro fenomeno invece più serio è la Depressione Post-partum, un vero e proprio disturbo depressivo che si manifesta nel 10 – 15% delle madri, può manifestarsi dopo circa un mese dopo il parto ma i sintomi possono protrarsi fino a sei mesi dopo il parto. In questo caso va fatta un’attenta valutazione e diagnosi clinica del disturbo e procedere con un trattamento specifico psicoterapeutico e/o farmacologico. Tra i sintomi vi sono il continuo umore depresso, ansia , senso di colpa, panico, vergogna, senso di inadeguatezza, incapacità a prendere decisioni, paura di fare male al neonato, calo di interessi e di relazioni sociali, demotivazione, cambiamenti nell’alimentazione e nel sonno. Questo disturbo incide significativamente sulla qualità della vita della mamma e sulla relazione con il bambino.
Molti studi su questo fenomeno attribuiscono l’insorgere della depressione post-partum a vari fattori psicosociali già presenti nella vita della donna prima e durante la gravidanza, per esempio: storia di problemi psichiatrici, scarsa autostima, problemi nella coppia, scarso o assente supporto sociale, eventi di vita negativi, problemi socio-economici.
Secondo molte ricerche, nella fase del puerperio vi sarebbero dei “compiti” che la neo-mamma deve affrontare; in particolare Woollett e Parr (1997) ne individuano 4 fondamentali:
- la ripresa fisica e psicologica dal parto;
- l’adattamento al nuovo ruolo di madre;
- la creazione del legame con il bambino;
- la gestione dei cambiamenti nelle relazioni, nella coppia e nel contesto sociale.
Le ricerche sostengono che le modalità con cui la donna deve affrontare questi compiti, dipendono da alcuni fattori principali quali:
- strategie di coping (Lazarus e Folkman, 1984);
- lo stile cognitivo, ovvero la capacità di spiegare gli eventi e di poterli influenzare positivamente;
- le aspettative, ovvero il divario fra le aspettative durante la gravidanza e quelle reali provate dalla donna neo-mamma; in genere più le aspettative sono positive ma realistiche, migliore sarà l’adattamento alla genitorialità;
- supporto sociale, non solo in gravidanza, ma anche dopo la nascita del bambino;
- relazione di coppia, infatti la qualità di questa influisce positivamente o negativamente sull’adattamento al ruolo di madre;
- condizioni sociali, per esempio situazioni di difficoltà economiche e/o disoccupazione, abitazione non adeguata, possono influire negativamente sulla neo-mamma;
- eventi di vita, come lutti, malattie di familiari o amici, perdita di lavoro, trasferimenti;
- ripresa del lavoro, che è una scelta soggettiva e può essere vissuto soggettivamente come più o meno difficoltoso dalle donne.
Come promuovere il benessere in gravidanza?
Il modo in cui la donna può preservare il proprio benessere in gravidanza è molto importante. Non solo perchè la aiuta ad affrontare meglio i 9 mesi di attesa e può prevenire fenomeni come la depressione post-partum, ma anche perchè questo la aiuterà anche dopo il parto, una volta iniziata l’avventura della maternità.
Alcune modalità o accorgimenti fondamentali per la promozione del benessere sono:
- Informazione: essere informate su cosa avviene in gravidanza, parto e nel puerperio possono aiutare a comprendere meglio gli eventi ed eventuali stati d’animo,oltre a favorire una miglior capacità di padroneggiare e gestire il tutto. La conoscenza in merito genera infatti sicurezza e tranquillità. A tal proposito i Corsi Pre-parto e/o anche Post parto, tenuti nei consultori e negli ospedali, sono i luoghi più adeguati per fornire una preparazione al parto e puerperio. Inoltre le donne possono aver modo di conoscere ostetriche o figure sanitarie o di riferimento importanti sulle quali fare affidamento;
- Confronto: il poter confrontare la propria esperienza con altre future mamme è un elemento molto importante, anche in questo caso i Corsi pre-parto favoriscono questa possibilità di conoscere tante altre persone e il confronto, il dialogo e l’instaurarsi di nuove amicizie o relazioni può favorire stati d’animo di sicurezza, serenità e di “unione”, aiuta a non sentirsi sole in questa importante avventura; oppure ci si può confrontare con amiche o parenti che hanno già vissuto questa esperienza;
- Tecniche di rilassamento: vengono sempre più utilizzate e insegnate nei corsi di preparazione al parto e sono molto benefiche, soprattutto il Training Autogeno, in quanto aiuta a rilassarsi, ad ascoltare il proprio corpo e le proprie emozioni ed è molto utile anche nella gestione del travaglio, parto, ma anche dopo nella nuova vita con il proprio bambino;
- Supporto sociale, è importante poter contare su figure significative sia in gravidanza che nel post parto; può essere la propria mamma, o amiche o parenti o comunque figure significative con cui si ha un buon legame affettivo, che possono dare un supporto sia emotivo che pratico soprattutto nel periodo successivo al parto. Anche l’ostetrica di fiducia può avere un ruolo importante e di supporto;
- Mantenere attiva la relazione di coppia e la sessualità, è importante infatti cercare sempre di coinvolgere il partner durante tutta la gravidanza e nel post parto, non solo perchè in questo modo si fa sentire partecipe anche il futuro padre, ma anche perchè la condivisione dell’esperienza come futuri genitori può rafforzare l’unione e il legame di coppia e aiuta a superare dubbi e paure che entrambi i futuri genitori possono avere. Anche il mantenimento della sessualità è importante, qualora non ci siano problemi o complicazioni fisiche per la donna, sia per mantenere buona l’autostima della futura mamma, sia per rafforzare ulteriormente l’intesa e il legame con il partner e mantenere un senso della coppia autentico.
- Chiedere aiuto e sostegno, oltre a condividere sempre con il partner o famigliari stati d’animo, paure, preoccupazioni, rivolgersi se necessario a professionisti psicologi e/o psicoterapeuti, se ci si accorge di avere una certa difficoltà o sofferenza psicologica sia in gravidanza che nel post parto o anche solo per avere un supporto o dar voce alle proprie emozioni. Non avere il timore di esprimere queste difficoltà, solo in questo modo si possono prevenire difficoltà e/o disturbi psicologici e si può vivere al meglio questa esperienza.
Come si può notare la gravidanza è un evento bellissimo e alquanto delicatissimo e pieno di cambiamenti per gli equilibri della donna e della famiglia che la circonda, ma con un’attenzione particolare a se stesse e al promuovere il proprio benessere, si può riuscire a vivere la gravidanza nel modo migliore, senza comunque aver timore di pensieri e paure che sono del tutto normali ma che rendono anche queste unica questa esperienza di vita.
Io stessa, ho scritto questo articolo pensando alla mia esperienza attuale di gravidanza che sto vivendo in questo momento e voglio incoraggiare qualsiasi futura mamma a vivere al meglio questa meravigliosa avventura.
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