La ricerca dimostra che è possibile eliminare i pensieri disturbanti e ricorrenti.
Potrebbero essere preoccupazioni legate al lavoro o al denaro, o forse paure senza nome. Qualunque sia il motivo dell’ansia, si può sperimentare molta difficoltà a controllarla.
Il metodo più naturale che si è portati a mettere in atto è provare ad eliminare i pensieri ansiogeni dalla nostra mente.
Tuttavia, come molti studi hanno dimostrato, la soppressione dei pensieri non funziona. Paradossalmente, provando a scacciarli via, essi si ripresentano con forza maggiore.
In un articolo per l’American Psychologist, l’esperto sulla soppressione del pensiero, Daniel Wegner, spiega alcuni potenziali metodi per contrastare i pensieri persistenti e disturbanti.( Wegner, 2011).
1. Distrarsi
La tendenza naturale della mente è quella di focalizzare più cose.
Ma per quanto possa sembrare strano, gli studi suggeriscono, che è meglio concentrarsi su una cosa ben definita, piuttosto che permettere alla mente di divagare.
Questo perché la mente che vaga senza un obiettivo è in relazione ad uno stato di insoddisfazione: è meglio concentrarsi su un brano musicale, o su un programma alla tv o su un compito.
2. Evitare lo stress
Un altro modo intuitivo per evitare pensieri persistenti consiste nell’impegnarsi in attività frenetiche, che sottraggono energia mentale ai pensieri indesiderati. Quando fu testato scientificamente, ciò risultò un cattivo approccio. Infatti, la stanchezza favorisce con maggiore forza il ritorno dei pensieri spiacevoli.
3. Rimandare il pensiero dopo
Se cercare continuamente di sopprimere un pensiero, non fa altro che rinforzarlo, il rimandarlo a dopo, invece, può risultare efficace.
I ricercatori hanno provato a chiedere alle persone con pensieri ansiosi persistenti di rinviare le loro preoccupazioni in un certo momento della giornata, all’interno di un tempo designato della durata di 30 minuti. Alcuni studi suggeriscono che tale strategia sia terapeutica.
Così le ansie vengono contenute all’interno di un “periodo di preoccupazione” tranquillizzando la mente per il resto del tempo.
4.Terapia paradossale
Che cosa succede se, invece di cercare di sopprimere un pensiero ripetitivo ad esempio, sulla morte, ci si concentra su di esso?
Sembra paradossale che focalizzarsi su un pensiero possa aiutare a mandarlo via, ma alcune ricerche suggeriscono che funziona. Si basa sull’ormai consolidato principio della ‘terapia dell’esposizione’.
Questo è vero, per esempio, per gli aracnofobici: se sono sottoposti gradualmente all’esposizone dei ragni, la loro paura comincia a svanire. Questo approccio può essere utile per i pensieri disturbanti ed ossessivi e per i comportamenti compulsivi.
5. Accettazione
Sulla stessa linea, anche se il metodo non è così diretto, esistono delle evidenze che dimostrano che il tentativo di accettare i pensieri indesiderati, piuttosto che lottare con essi, può essere utile. Uno studio ha registrato un diminuito disagio nei partecipanti. Queste erano le istruzioni che erano state date:
“Lottare con il tuo pensiero persistente… è come lottare nelle sabbie mobili. Voglio che guardiate i vostri pensieri. Immaginate che stiano venendo fuori…come soldati in marcia. Voglio che permettiate ai soldati di marciare di fronte a voi, come un piccolo corteo. Non discutete con essi e non mandateli via. Basta vederli marciare”.(Marcks & Woods, 2005, p. 440)
6. Meditazione
Come l’accettazione, la Mindfulness Buddista promuove un’attitudine alla compassione e al non giudizio verso i pensieri che attraversano la mente.
7. Autoaffermazione
Consiste nel pensare ed esprimere i propri valori, i propri sentimenti e le proprie convinzioni secondo modalità appropriate; è positivo mostrarsi per ciò che si è e difendere i propri punti di vista. E’ stato scoperto che ciò, tra gli altri benefici, serve ad aumentare la fiducia sociale e l’auto-controllo.
8. Scrivere
Mettere nero su bianco i propri pensieri e sentimenti più profondi ha vari benefici sulla salute psicologica, in quanto la scrittura agisce emotivamente, contribuendo a ridurre i pensieri ricorrenti indesiderati.
Fonte originale: http://www.spring.org.uk/
Il mio commento:
Chi non ha esperienza di cosa sia l’ansia? A volte la si percepisce come stato d’animo temporaneo, legato ad una specifica situazione, a volte fa da sottofondo alla nostra esistenza rendendola invalidante. I pensieri negativi ricorrenti si presentano alla coscienza in modo automatico ed ossessivo; variano in relazione alla loro intensità, frequenza e capacità di controllo dell’individuo.
La loro origine è inconscia; non vanno dunque considerati come nemici, ma come una parte di sé stessi che chiede di essere ascoltata.
Possono verificarsi soprattutto quando si attraversa un momento critico; se, invece sono presenti in situazioni “neutre”, in modo persistente, si configurano come sintomo che richiede una valutazione.
Questi suggerimenti non costituiscono una ricetta magica, ma possono essere validi strumenti che aiutano a contrastare un vissuto di tensione emotiva che, se protratto nel tempo, incide sul benessere psicofisico.
Fondamentale, come insegnano le discipline orientali, è la consapevolezza di sé; è possibile nutrire la nostra capacità di autoascolto per evitare di vivere una vita che può apparirci priva di significato. Vivere consapevolmente è fondamentale, per poter guidare la nostra vita nella direzione desiderata. Anche i nostri lati oscuri vanno riconosciuti, compresi e accolti e non rinnegati, in quanto il primo passo per far fronte a ciò che vogliamo cambiare, è accettarlo.
Non dimentichiamo infine che i pensieri negativi si autoalimentano: la nostra capacità di star bene dipende anche dalla nostra capacità di riservarci un tempo da dedicare esclusivamente a noi stessi, coltivando i nostri interessi e le nostre passioni, interrompendo così un circolo vizioso deleterio.
Per approfondire il tema:
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