Il fenomeno dello stress è ormai molto attuale e sempre più diffuso nella nostra società, gran parte della popolazione infatti, per ovvi motivi e in modi diversi ne risente.
Un dato però molto importante emerso è l’aumento dello stress lavorativo. Secondo, infatti, uno studio recente dell’Ordine degli Psicologi, 4 lavoratori italiani su 10, quindi il 40% dei lavoratori italiani, soffrirebbe di stress causato dal lavoro. Un dato decisamente importante e da non sottovalutare.
Come è risaputo, lo stress è una risposta del nostro organismo a sollecitazioni e stimoli provenienti dall’ambiente esterno, di fronte ai quali vengono messe in atto una serie di risposte di adattamento e attivazione che permettono di far fronte alla nuova situazione.
Lo stress non è solo negativo, si parla infatti di stress positivo (eustress), quando questo ci da una spinta ad agire in meglio e ci fa rispondere bene a nuove situazioni; quello più deleterio è invece lo stress negativo (distress), che si manifesta quando gli sforzi richiesti per superare una situazione o evento sono maggiori delle risorse psicofisiche che possediamo e si va incontro ad un esaurimento del proprio organismo con conseguenti effetti sulla salute psicofisica.
Ma cosa è lo stress lavorativo?
Secondo Figini, lo stress lavorativo o stress occupazionale, insorge quando vi è un disequilibrio fra 3 elementi importanti:
- richieste: le prestazioni richieste al lavoratore;
- controllo: le possibilità del lavoratore di gestire il carico di lavoro;
- ricompensa: gratificazione economica e i riconoscimenti;
Figini considera inoltre 3 grandi gruppi di fattori potenzialmente stressanti nel contesto lavorativo:
- fattori materiali, ovvero elementi legati all’ambiente fisico, quindi la rumorosità o meno dell’ambiente, l’illuminazione, agenti inquinanti, temperatura, postura.
- fattori organizzativi, cioè legati a scelte aziendali quali orari di lavoro, turni, ripetitività, carichi, ritmi di lavoro;
- aspetti psicosociali, ovvero il rapporto con l’ambiente quindi le modalità comunicative e motivazionali dell’ambiente organizzativo, le responsabilità, possibilità di carriera, controllo, rapporti interpersonali con colleghi o capi e di conseguenza possibili conflitti sul lavoro e conflitti lavoro-famiglia.
I fattori organizzativi e psicosociali, sono quelli più rilevanti secondo il recente studio dell’Ordine degli Psicologi; infatti è emerso che 7 italiani su 10 attribuiscono maggiore stress a ore e carico di lavoro e 6 italiani su 10 invece riferiscono come elemento importante la mancanza di sostegno da colleghi o capi, competizione e fenomeni come molestie e scarsa chiarezza e comunicazione sui ruoli e responsabilità lavorative.
Lo studio ha inoltre evidenziato come questo stress lavorativo riguardi diversi tipi di categorie di lavoro: uffici, trasporti, infermieri, call center, etc.
Quali conseguenze ha lo stress lavorativo?
Secondo Penati, lo stress lavorativo può causare patologie psichiche e/o fisiche e compromettere il benessere psicofisico dei lavoratori.
Dal punto di vista fisiologico, posso insorgere disturbi a livello dei sistemi:
- cardiovascolare;
- endocrino;
- immunitario;
- gastrointestinale.
Dal punto di vista psicologico, possono insorgere:
- ansia;
- depressione;
- difficoltà di memoria e concentrazione;
- disturbi del sonno;
- rabbia e irritabilità.
Stress lavorativo equivale a mobbing e bourn out?
Sebbene sono fenomeni che possono essere correlati, è importante fare una distinzione tra stress lavorativo, mobbing e bourn out, poiché spesso vengono confusi o intesi come lo stesso fenomeno.
L’autore sopra citato, dà una definizione molto chiara di mobbing, lo descrive come un comportamento rivolto contro un lavoratore o gruppi di lavoratori che crea un rischio per la loro salute fisica e mentale e può essere finalizzata ad espellere il lavoratore bersaglio dall’azienda.
Un comportamento che quindi può contribuire allo stress, ma che non coincide necessariamente con esso.
Lo stesso autore, definisce invece il bourn out come un fenomeno che colpisce i lavoratori nel settore sanitario e sociale e che consiste in un graduale esaurimento emotivo, perdita di motivazione e di senso del proprio lavoro e delle proprie capacità, causato dalla frustrazione e tensione data dal lavoro e dal contatto continuo con persone sofferenti (es. infermieri nei reparti ospedalieri).
Come si può prevenire e gestire lo stress lavorativo?
Per prevenire questo fenomeno dello stress lavorativo, è necessaria un’attività di valutazione e prevenzione da parte delle aziende e datori di lavoro, ovvero la Valutazione Rischio Stress Lavoro Correlato, necessaria e obbligatoria secondo la normativa (D. Lgs 106/2009) per la Salute e Sicurezza sul lavoro.
Tale valutazione permette di individuare eventuali fonti di stress e attuare misure preventive o di riduzione del rischio e viene attuata dal datore di lavoro con la collaborazione del servizio di Protezione e Prevenzione e da un medico competente. Una volta identificati possibili fattori di rischio stress, si possono attuare misure correttive e/o preventive.
Figini ha identificato delle importanti azioni di intervento preventive per lo stress lavorativo:
- training e formazione adeguata,che favorisce la padronanza del lavoro, aumenta l’autostima e l’autoefficacia, le abilità;
- progettazione del lavoro, che può migliorare i ritmi produttivi e contrasta il senso di frustrazione;
- selezione e gestione del personale, se ben svolta può favorire l’inserimento nell’ambiente lavorativo e un adattamento alle mansioni lavorative;
- adeguata informazione, che renda partecipi i lavoratori su cambiamenti dell’azienda;
- valutazione del potenziale, che tenga conto di attitudini e personalità del lavoratore;
- corretta gestione dei gruppi, che favorisca l’inserimento dei nuovi lavoratori e il senso di coesione del gruppo;
- gestione del clima e della comunicazione, che favoriscano la discussione e partecipazione dei lavoratori;
- miglioramento dei fattori ambientali, come clima, temperatura, illuminazione.
Per quanto riguarda poi le azioni correttive per risolvere aspetti critici del contesto lavorativo e per ridurre il rischio di stress lavorativo, una ricerca di Ferrari, Sinibaldi, Penati e Girard del 2008, ha individuato attività di supporto e assistenza ai dipendenti: la consulenza psicologica e psicoterapeutica, spazi di ascolto, promozione di attività sociali, interventi sul mobbing e sulle dipendenze.
Queste azioni di aiuto psicologico e sostegno aiutano il lavoratore ad affrontare il problema ed eventuali disturbi insorti ed a ritrovare le proprie risorse per fronteggiare e superare lo stress.
E tu ti senti molto stressato sul lavoro?
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