Un primo studio longitudinale degli effetti del bullismo infantile ha rilevato che le cicatrici mentali, che tale forma di abuso ha lasciato nelle loro vittime, sono ancora rilevabili a distanza di 40 anni.
I risultati, pubblicati nel Journal of Psychiatry , provengono dal British National Child Development Study e riguardano un campione di 7.771 bambini, per i quali i loro genitori hanno segnalato episodi di bullismo infantile nella fascia d’età compresa tra i 7 e gli 11 anni. I successivi follow-up sono stati realizzati tra i 23 e i 50 anni. Dei bambini coinvolti nello studio, il 28% è stato vittima di bullismo occasionalmente e il 15% spesso.
Gli effetti a lungo termine rilevati sono stati:
- un rischio maggiore di depressione, ansia e pensieri suicidari;
- funzionamento cognitivo più povero;
- maggior livello di insoddisfazione percepita rispetto alla qualità della propria vita;
- meno probabilità di avere relazioni sociali.
Source: www.spring.org.uk
La mia opinione
Come altre forme di abuso, il bullismo infantile ha un effetto pervasivo sul funzionamento e sulla salute delle vittime, non solo nell’immediato, ma a anche a lungo termine. I bambini che sono vittime di bullismo, e specialmente coloro che lo sono spesso, continuano, infatti, ad essere a rischio per una vasta gamma di problemi e disagi anche dopo molto tempo.
Questi risultati confermano ancora una volta che occorre lavorare per ridurre e prevenire l’insorgere di atti e comportamenti di tale genere. E’ quindi fondamentale attivare un intervento precoce di sostegno alle giovani vittime di bullismo infantile, al fine di ridurre al minimo le conseguenze anche a lungo termine: agire tempestivamente vuol dire, di fatto, non solo permettere ai bambini di uscire da questa condizione di abuso il prima possibile, ma anche prevenire problemi persistenti nella successiva adolescenza e vita adulta.
Un ulteriore approfondimento in termini di ricerca scientifica, dovrebbe porsi come obiettivo l’acquisire una migliore comprensione dei meccanismi alla base della persistenza e della pervasività di tale forma di abuso. Approfondire tali meccanismi alla base dell’esposizione prolungata al bullismo infantile risulterebbe utile nello strutturare efficaci programmi di interventi volti a invertire gli effetti, in modo non solo di sostenere, ma proprio modificare le traiettorie dello sviluppo a lungo termine.
Tra i tanti interventi che possono aiutare bambini e adolescenti ad uscire da questa condizione, vi è certamente lo sportello psicologico a scuola, che serve come primo spazio dove la vittima può trovare accoglimento e ricevere un supporto adeguato. Inoltre, lo psicologo scolastico può programmare insieme a docenti e genitori tutta una serie di attività di prevenzione del bullismo infantile, comprese osservazioni ed interventi mirati in classe volte proprio a disinnescare eventuali dinamiche di vittimizzazione.
In conclusione, i programmi per arginare questa nuova piaga sociale sono estremamente importanti, abbiamo bisogno di concentrare i nostri sforzi e lavorare affinché la tempestività e la precocità dell’intervento riducano e prevengano potenziali problemi persistenti in adolescenza e nell’età adulta.
E tu sei mai stato vittima di bullismo infantile? Se sì, come sei riuscito ad uscirne? Raccontaci la tua storia nei commenti.
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