Single, divorziati e vedovi? il rischio depressione è più alto

Colpisce 121 milioni di persone nel mondo, le donne che vanno avuto gravi episodi depressivi sono il doppio degli uomini. Nelle sue forme peggiori la depressione può influire a tal punto sulla qualità della vita di chi ne soffre da condurre al suicidio e si calcola sia la causa di 850 mila morti l’anno nel mondo. Uno studio scientifico mette a confronto depressione e condizioni sociali in 18 paesi, inclusa l’Italia, per tracciare un quadro del male oscuro.

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, la depressione è la quarta causa di disabilità nel mondo e le proiezioni dicono che è destinata a raggiungere la posizione numero due entro il 2020. In occasione della recente indagine dell’Oms sulla salute mentale nel mondo, è stato messo a punto un questionario in grado di individuare alcuni dei disturbi mentali più comuni in ciascun paese di ogni continente. La prevalenza di gravi episodi depressivi negli ultimi 12 mesi in 18 paesi variava tra il 2,2% del Giappone e il 10,4% del Brasile.

Basandosi sui dati di quell’indagine, lo studio appena pubblicato sulla rivista BMC Medicine mette in relazione la depressione con le condizioni sociali e mette in luce aspetti interessanti come l’età di esordio degli episodi depressivi, la situazione coniugale e altri fattori, confrontando tra loro paesi ricchi e poveri.

Interviste faccia a faccia a un campione di 89.000 persone in 18 paesi, inclusa l’Italia, hanno consentito di individuare chi era o era stato affetto da depressione e approfondire condizioni e possibili cause scatenanti. Sono stati considerati, ai fini della ricerca, come gravi episodi di depressione, periodi di almeno due settimane in cui erano presenti una serie di sintomi.

Umore depresso, incapacità di provare interesse o piacere, forte perdita o aumento di peso, disturbi dell’appetito, del sonno, agitazione, stanchezza, mancanza di energia, senso di inutilità o di colpa, minore capacità di concentrazione, pensieri suicidi ricorrenti.

In media circa la metà degli intervistati, sia nei paesi ricchi, sia in quelli a medio e basso reddito, presentava almeno uno dei sintomi descritti, ma con variazioni anche molto significative tra un paese e l’altro: meno del 30% in Giappone e India, più del 60% in Francia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Brasile e Ucraina.

Nel gruppo di coloro che presentavano almeno uno dei sintomi, la percentuale di coloro che avevano avuto un grave episodio depressivo negli ultimi 12 mesi era molto simile tra paesi ricchi (10,6%) e poveri (10,5%). La percentuale più bassa si è registrata tra gli italiani (6,7%), la più alta in India (18%).

Non si registrano differenze sostanziali tra paesi ricchi e poveri per quel che riguarda la maggior prevalenza della depressione tra le donne: in media sono colpite il doppio degli uomini. Un’altra variabile importante è rappresentata dalla situazione coniugale: la separazione nei paesi ricchi e il divorzio e la vedovanza in quelli a medio-basso reddito sono associate a un maggior rischio di andare incontro a episodi depressivi. Ma anche non essere sposati è risultato essere potenziale causa di depressione, specialmente nei paesi ad alto reddito. Quanto all’età di esordio dei sintomi depressivi, nei paesi più poveri è più bassa in media di quasi due anni rispetto a quelli ricchi: 24 anni contro 25,7.

Fonte: Panorama.it

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