I ritmi frenetici della nostra vita quotidiana, la routine frenetica, la moltitudine di impegni e obiettivi che ogni giorno dobbiamo portare a termine non solo causano stress, ma ci fanno spesso perdere di vista la consapevolezza di ciò che facciamo, le emozioni , le persone, le cose semplici ma soprattutto il momento presente. E’ proprio la scarsa consapevolezza di tutto ciò e la distrazione da essa, che spesso ci predispone allo sviluppo di problemi, di ansia, di maggiore stress, di comportamenti nocivi per il nostro benessere.
Cosa ci può aiutare? Da un po’ di anni si è sempre più diffusa la meditazione basata sulla consapevolezza, chiamata in termine originario americano Mindfulness.
Cos’è la meditazione della consapevolezza ed a cosa serve?
La meditazione basata sulla consapevolezza trae origini dagli insegnamenti buddhisti antichi di 2.500 anni fa, si è sviluppata poi in varie culture ed ha avuto grande sviluppo negli Stati Uniti, grazie a Jon Kabat-Zinn, medico statunitense, fondatore della Clinica per la riduzione dello stress dell’Università del Massachusetts e diretta insieme a lui dal Dr. Saki Santorelli. La sua diffusione è dovuta proprio al bisogno crescente delle persone di acquisire un maggiore benessere ed equilibrio mentale.
Questa pratica è definita proprio come un atteggiamento verso la nostra esperienza quotidiana, la consapevolezza dell’esperienza presente accompagnata da accettazione. Consiste nel mantenere la nostra attenzione momento per momento, imparando, grazie ad un allenamento costante, a rivolgere l’attenzione a cose che solitamente ignoriamo, per aiutarci a vedere ed accettare le cose come sono e cambiare quindi il nostro atteggiamento verso problemi, situazioni, preoccupazioni e verso noi stessi.
Sono molte le evidenze scientifiche dei benefici della meditazione alla consapevolezza, su problematiche psicologiche e fisiche. Non solo infatti sono dimostrati i suoi effetti sulle strutture del cervello, ma anche sulla gestione di sofferenza psicologica e fisica in ambiti medici come ad esempio cancro, malattie cardiovascolari, dolore cronico. Oggi è anche molto utilizzata come integrazione alla psicoterapia in caso di disagi e disturbi psicopatologici e dipendenze.
Come si pratica la meditazione della consapevolezza?
Al contrario di quanto si può pensare, la pratica della consapevolezza non si impara solo seduti su un tappetino o su un lettino ma la si può praticare in qualsiasi momento della giornata, facendo attenzione per esempio alle sensazioni del camminare quando camminiamo, oppure al gusto del cibo quando mangiamo, oppure ancora all’osservare l’ambiente intorno a noi, i rumori, gli odori, prestando attenzione a qualsiasi azione stiamo svolgendo; questa è chiamata pratica informale.
Vi è poi la pratica formale, che consiste in altri esercizi che richiedono un certo periodo di tempo quotidiano, che vanno eseguiti da seduti o camminando, in cui si impara per esempio la concentrazione sul respiro, fondamentale per vivere momento per momento, oppure la meditazione attraverso la camminata o ancora la meditazione sul cibo.Tale pratica formale si può apprendere bene attraverso corsi di Mindfulness, con l’aiuto di un insegnante specializzato ed allo stesso tempo con un costante allenamento quotidiano tra un incontro e l’altro.
Un percorso molto bello e consigliato è MBSR, cioè Programma per la Riduzione dello Stress e Rilassamento, fondato appunto da Jon Kabat-Zinn, svolto oggi in molte sedi di molte città, oppure partecipare a lezioni singole di consapevolezza sul respiro o sul cibo.
I sette pilastri della pratica di consapevolezza
Secondo Jon Jabat-Zinn, per coltivare la consapevolezza, non bisogna apprendere meccanicamente alcune istruzioni, ma bisogna innanzitutto assumere un atteggiamento di completa apertura mentale, solo cosi si sviluppa un apprendimento ed una accettazione delle cose cosi come sono.
I sette aspetti fondamentali dell’atteggiamento con cui ci approcciamo alla meditazione e che ci aiutano poi nella vita quotidiana sono:
- Non giudizio. Quando facciamo attenzione al flusso dei pensieri della nostra mente, ci rendiamo conto di quanto giudichiamo la nostra esperienza quotidiana e ciò non aiuta a trovare una pace interiore; bisogna porsi in un atteggiamento di “testimoni imparziali” della nostra esperienza, ovvero renderci conto di questa modalità giudicante e quando un giudizio si presenta, osservarlo semplicemente;
- Pazienza. Poiché la pazienza è una forma di saggezza, è importante non pretendere troppo dal nostro corpo e dalla nostra mente, ma essere pazienti, cioè essere aperti ad ogni momento ed accettarlo cosi come è, sapendo che le cose maturano con il loro tempo;
- Mente del principiante. Secondo Jon Kabat-Zinn, per cogliere la ricchezza del momento presente, dovremmo imparare a guardare le cose come se le vedessimo per la prima volta, senza dare nulla per scontato e lasciar cadere le aspettative sulle esperienze precedenti, restando aperti alle nuove possibilità e non assumere “l’atteggiamento dell’esperto”, poichè nessun momento è uguale ad un altro.
- Fiducia. La fiducia nella propria esperienza e sensazioni è fondamentale per approcciarsi ed apprendere la meditazione alla consapevolezza. Si apprenderà cosi ad essere se stessi e trovare in noi la propria guida, essere pienamente noi stessi. Apprendere la consapevolezza significa proprio imparare ad ascoltarci e avere fiducia in noi stessi e questo faciliterà poi l’avere fiducia negli altri.
- Non cercare risultati. Di solito facciamo una cosa per raggiungere un obiettivo. Ma la meditazione alla consapevolezza, nonostante richieda energia, permette di essere completamente se stessi, senza avere l’obiettivo di “fare”, ma solo di prestare attenzione a ciò che succede in ogni istante, ad esempio se si è tesi fare attenzione alla tensione, osservandola. E’ proprio il non cercare di ottenere risultati, il miglior modo per ottenere benefici nella meditazione e con la pratica questi risultati arriveranno.
- Accettazione. Questo è il presupposto fondamentale del cambiamento, che è invece spesso ostacolato dal forzare situazioni come noi vogliamo, creando in questo modo ulteriori tensioni. Accettazione non significa rassegnazione o accettare passivamente le cose o rinunciare ai propri bisogni, ma semplicemente disponibilità a vedere le cose cosi come sono, senza i nostri giudizi, in questo modo possiamo avere una più chiara visione delle cose e riusciremo ad agire meglio con più convinzione e solo cosi sarà possibile il cambiamento, solamente accettando noi stessi con consapevolezza.
- Lasciare andare. Apprendere la pratica della consapevolezza vuol dire anche imparare a distaccarci dai pensieri, situazioni e sentimenti che la nostra mente vuole trattenere, sia che essi siano piacevoli che spiacevoli. Il non attaccarsi a questi e imparare con la meditazione a lasciarli andare è una forma di accettazione delle cose come sono al momento, li osserviamo semplicemente e ce ne distacchiamo.
Sembrerà difficile, penserete leggendo questi principi, ma questi presupposti fondamentali della meditazione, che possiamo far propri con un apprendimento ed un costante allenamento, ci possono davvero aiutare ad accettare consapevolmente noi stesse e il nostro mondo, approcciarci alla vita in modo diverso e come sostiene Jon Kabat-Zinn, imparare finalmente a “vivere momento per momento” .
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