Lo psico-discount va di moda

Chi di voi non ha mai fatto un acquisto su Groupon o su un aggregatore di coupon superscontati sul quale si può trovare davvero di tutto? Cene, massaggi, acconciatura completa, cerette e molto altro. Persino vacanze. Da qualche tempo però, con un avvio timido, hanno iniziato a farsi largo sempre più proposte in ambito sanitario. Dallo sbiancamento dei denti a veri e propri coupon di sconto per interventi di chirurgia plastica o checkup completi con tanto di TAC generale. Tra questi, da qualche mese a questa parte, ecco spuntare anche le prestazioni psicologiche.

“Psicoterapia a 29 euro a seduta, oppure 4 sedute a 79 euro”, si legge nell’annuncio.

E non è il solo, ma uno dei tanti apparsi, rivolti ad ogni più remota zona della penisola. Ma al di la delle questioni etiche e deontologiche che comunque ci sono, c’è da chiedersi come faccia qualcuno ad acquistare una TAC o una psicoterapia online. Perchè? vi domanderete. Semplice. Perchè non sono al pari di un taglio di capelli. Se infatti possiamo decidere di cambiare look e affidarci al parrucchiere taldeitali del centro, con sufficiente competenza per capire se i nostri capelli necessitino del ritocco del colore, dei colpi di sole o di un taglio secco, così non si può dire per la nostra salute. Ecco dunque che il fare una TAC, ossia un esame diagnostico clinico, non ha un estremo senso se la stessa non ci è stata consigliata strettamente da un medico che, competente nel suo lavoro, avrà saputo fare una diagnosi accurata rispetto alla nostra precisa condizione clinica e avrà dunque deciso se ci era utile o meno questo tipo di esame.

Allo stesso modo, parliamo della psicoterapia. Essa infatti non è un passe-partout per tutti i mali. Normalmente, in seguito ad un problema che una persona riscontra (nel caso della foto, un problema sessuologico), si reca da uno specialista che non lo prende direttamente “in cura” e cioè in psicoterapia, ma per prima cosa, procede col valutare la sua condizione clinica (esattamente come un medico), attraverso una “consulenza psicologica”, in seguito alla quale può decidere sulla base delle sue competenze, di inviare il paziente presso altri specialisti per approfondimenti (es. altri medici di diverse specializzazioni), di rilevare che il bisogno è stato esaurito in quella stessa seduta (es. quando una problematica è legata a scorretta informazione che, rettificata con un intervento psicoeducativo, non necessita di altri interventi), oppure può prenderlo in cura. Dunque appare assurdo che, prima di qualsiasi processo valutativo e conoscitivo del problema, uno psicoterapeuta possa proporre “a scatola chiusa” una psicoterapia ad un paziente. In secondo luogo, la psicoterapia non è un progetto che si esaurisce in 1 o 4 sedute, a scelta del paziente. Seppur facendo riferimento a interventi psicoterapeutici brevi, dura un po’ di più di 4 sedute, ma la durata di per sè, non è preventivabile prima di aver visto il paziente stesso e aver valutato la sua specifica situazione. Dunque, le famose 4 sedute, si rivelano qualcosa di ben diverso dal taglio di capelli. Se il secondo infatti si conclude con l’utilizzo del coupon acquistato, il primo invece funziona da specchietto per le allodole, garantendo un introito al terapeuta, ma non un servizio “completo” al paziente che, se davvero necessitava di psicoterapia, si ritrova dopo le famose 4 sedute ad aver bisogno di continuare le stesse e, ovviamente, a prezzo pieno. L’alternativa è “perdere” quanto speso, consci del fatto che i terapeuti non sono intercambiabili e che, dunque, non è possibile fare qualche seduta qui e la, sfruttando sempre i coupon e sperare così di fare una terapia vera e propria che abbia un senso e funzioni.

L’ordine dei medici bolognesi ha deciso di sanzionare quei professionisti che per attrarre potenziali pazienti hanno pensato di ricorrere a Groupon, attenendosi alle regole della cosiddetta sanità low cost. Ben 15 medici individuati dovranno rispondere al richiamo in commissione disciplinare. Per ora vige solo il richiamo verbale, ma per le volte successive le sanzioni potrebbero inasprirsi.

“Ma le regole ci sono. La pubblicità deve essere vera, presentare offerte basate su criteri scientifici e trasparenti. Non deve essere insomma equivoca. C’è un codice etico a cui attenersi e la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri ha delle apposite linee guida. A queste bisogna sempre guardare” dice il neo nominato Ministro della Sanità Renato Balduzzi.

Personalmente, sebbene io sia una psicologa e non un medico, credo che appartenere ad un ordine professionale preveda anche il rispetto del decoro, dell’etica e della deontologia proprio nel rispetto dell’ordine stesso di cui si fa parte.
Svendere la propria professionalità solo per monetizzare, sebbene comprensibile in un momento di crisi, non solo è poco rispettoso e poco etico verso la propria categoria, ma anche verso la propria professionalità che, dopo esser stata guadagnata con fatica e impegno per un lunghissimo periodo di studi e gavetta, non può essere trattata come massaggi e cerette.

Il dire che questo porta pazienti ed è semplicemente un’abile mossa di marketing di alcuni medici è un’altra bufala: se un paziente può pagare le tariffe a prezzo pieno di quel medico, lo cerca e lo trova. E se il medico vuol farsi trovare dai suoi pazienti “target”, sa bene in quali siti professionali mettere il proprio annuncio.
Se un medico svende le sue prestazioni, non otterrà di certo un aumento di pazienti, perchè quelli che lo sceglieranno, proprio per il tipo di servizio a cui hanno fatto riferimento, saranno per lo più persone che non potrebbero permettersi le sue prestazioni a prezzo pieno. Dunque non vale nemmeno l’idea: “gli faccio vedere che sono bravo, così poi si fida e torna da me”.
In secondo luogo, come già detto sopra, spesso questo tipo di sconti sono “bufale”, ovvero prevedono un sostanziale sconto solo per una minima parte di un trattamento più completo (ma non dichiarato nell’annuncio!), per il quale poi viene richiesto al paziente un contributo a prezzo pieno, se non maggiorato. Questo non è corretto, perchè il paziente disinformato, si fa illudere dalle offerte che agiscono a mo’ di specchietti x le allodole e poi si ritrova a dover scegliere se aver gettato i suoi soldi in qualcosa che così com’è non gli serve a nulla o se investire in un percorso terapeutico (medico o psicologico) a prezzo pieno, per completare quanto iniziato, che non aveva considerato di dover fare. Insomma, spesso, sono una sostanziale presa in giro.

In tutto questo, ad oggi, l’Ordine degli Psicologi incomprensibilmente resta immobile. La speranza di molti colleghi è che si attivi e che lo faccia in fretta, per salvaguardare la professionalità di chi non svende prestazioni e soprattutto, non cerca di monetizzare a scapito dei pazienti.

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