Molti studiosi, tra i quali il famoso Ken Robinson, sottolineano come gli attuali paradigmi dell’educazione si rifacciano ad assunzioni ormai superate e come questo contribuisca a creare problematiche, che richiederebbero un intervento radicale di riforma del sistema educativo nella sua totalità.
La visione dell’intelligenza che si fonda sull’abilità di tipo “accademico” infatti, che sta alla base dell’attuale sistema educativo, tende a suddividere i soggetti in accademici e non accademici, attraverso un sistema standardizzato e ristretto, che non permette di vedere il continuum tra le due parti e valorizzare così le potenzialità di ognuno.
Ken robinson sottolinea a questo proposito, quanto sia necessario “cambiare il paradigma”, centrando l’attenzione sulla specificità di ognuno e uscendo così dalla logica di standardizzazione dell’educazione. E’ inquietante infatti notare i risultati ottenuti al test del pensiero divergente, nelle diverse età di vita, di cui vengono riportati i dati all’interno del video: una capacità innata che gradualmente, come conseguenza di una standardizzazione forzata, si deteriora nel tempo.
Dobbiamo cominciare a pensare diversamente a proposito delle capacità umane e riconoscere che il miglior apprendimento avviene in gruppi e che la collaborazione è un elemento essenziale della crescita. In fondo, all’esterno della scuola, l’apprendimento tra pari costituisce già un dato di fatto: quante cose abbiamo infatti imparato nella nostra vita dagli amici? Perchè questa capacità innata non viene sfruttata appieno nella scuola a vantaggio di un sistema individualistico che tende a valutare e giudicare per classificare gli studenti secondo una votazione?
Anche in ambito preventivo, rientrando negli aspetti educativi più generali, si fa leva sulla cooperazione e dunque sulla peer-education. Proprio per sfruttare queste capacità innate e utilizzare così ogni singolo individuo come “moltiplicatore di prevenzione”: una sorta di educazione virale a vantaggio dei singoli e della comunità.
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