La Mindfulness nelle scuole servirebbe a ridurre e addirittura prevenire la depressione negli adolescenti. La scoperta arriva da una ricerca svolta su 408 studenti di età compresa tra 13 e 20 anni (Raes et al., 2013).
I loro livelli di depressione, ansia e stress sono stati misurati prima, dopo il training e trascorsi sei mesi attraverso la compilazione del questionario Depression Anxiety Stress Scales: dopo l’intervento, la percentuale di alunni che sono stati riscontrati depressi, era scesa al 15%, e dopo sei mesi è rimasta al di sotto del 16%. Nel frattempo, nel gruppo di controllo, i livelli di depressione erano aumentati, fino al 27% e, dopo sei mesi, fino al 31%.
I risultati dello studio suggeriscono, quindi, che percorsi di mindfulness possono portare ad una riduzione della depressione. Inoltre, questi vantaggi possono essere mantenuti per almeno sei mesi dopo il training.
Vivere il presente
Il percorso di mindfulness utilizzato nello studio era stato appositamente adattato per adolescenti, anche se i principi sono gli stessi del protocollo per adulti. Mindfulness vuol dire, infatti, imparare a prestare attenzione a quello che sta succedendo proprio adesso, in questo momento: “si riferisce ad una consapevolezza compassionevole e non giudicante, momento per momento, delle proprie esperienze”. (Raes et al., 2013).
A tal fine gli studenti di tutto le sessioni sono stati incoraggiati a concentrarsi e a prestare attenzione al respiro (sessione 1), ai momenti del corpo (sessione 2), ai propri confini interni e ai momenti spiacevoli (sessione 3), allo stress e allo spazio (sessione 4), ai pensieri e alle emozioni (sessione 5), all’interpretazioni e alla comunicazione (sessione 6), alle proprie vostre attitudini estati d’animo (sessione 7), infine a se stessi e il proprio heartfulness (sessione 8) (Raes et al., 2013).
Source: www.spring.org.uk
La mia opinione
Questo lavoro porta avanti un filone di ricerca molto importante: infatti, sebbene ad oggi gli interventi mindfulness siano stati validati maggiormente nella popolazione adulta, sarebbe auspicabile investire nella ricerca delle sue applicazioni anche nei bambini e nei giovani adolescenti. In questo modo, si potrebbe costituire un background scientifico forte su cui appoggiare proposte e interventi di mindfulness all’interno del contesto scolastico.
Sul piano metodologico, questi percorsi per bambini e adolescenti potrebbero, a mio parere, condividere con l’MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) i tre principi fondamentali su cui è basato: esercizi di consapevolezza del respiro, esercizi di consapevolezza corporea, esercizi di movimento. Cambierebbero, invece, le modalità di presentazione delle attività, che verrebbero proposte ai bambini sotto forma di gioco, spiegate con un linguaggio semplice e mantenute più su un piano di concretezza, trasmettendole a partire dall’esperienza pratica.
Ritengo, quindi, che diverso nella presentazione, ma identico nella sostanza, il protocollo MBSR potrebbe far ottenere anche a bambini e ragazzi gli stessi benefici che sono ampiamente documentati per gli adulti, ovvero riduzione dello stress e dei sintomi depressivi, miglioramento del livello di benessere esperito, sviluppo di migliori capacità di adattamento alle circostanze della vita.
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